Ciclismo
Tour de France 2021: Lutsenko, Martin, Bilbao. Livello non eccelso e confronto con il Giro d’Italia
Il Tour de France 2021 è stato vinto da un autentico fuoriclasse quale Tadej Pogacar e sul podio con lo sloveno sono saliti due corridori di rango come Jonas Vingegaard e Richard Carapaz. Il livello della Grande Boucle, tolti i primi tre, però, non è stato eccelso. Wilco Kelderman ed Enric Mas, rispettivamente quinto e sesto, sono indubbiamente due ottimi regolaristi e Ben O’Connor, con l’impresa di Tignes, ha dimostrato di non essere uno qualsiasi. Dalla settima posizione in giù, però, troviamo atleti che hanno reso al di sotto delle proprie possibilità o gente che, verosimilmente, ha colto il piazzamento della carriera.
Sia David Gaudu che Rigoberto Uran hanno sofferto delle crisi pesanti durante questa Grande Boucle. Pello Bilbao, invece, non è sembrato esprimersi sui livelli del Giro 2020, ove sfornò una prestazione incredibile nel tappone di laghi di Cancano. Alexey Lutsenko è prossimo ai ventinove anni e il suo miglior piazzamento in una corsa a tappe di tre settimane, prima del settimo posto conquistato in questo Tour, era una diciannovesima piazza. Guillaume Martin, infine, è un corridore con evidenti limiti che ha approfittato delle fughe per cogliere quella top-10 in un Grand Tour che, in passato, aveva solo sfiorato.
Ad ogni modo, il Tour de France vince comunque il confronto con il Giro d’Italia. Il podio, è inutile girarci intorno, è di ben altra caratura. Tadej Pogacar si è dimostrato un corridore più completo e solido rispetto a Egan Bernal. Il pur sorprendente Damiano Caruso non può essere paragonato a Vingegaard, il quale ha quasi dieci anni in meno rispetto al siciliano e tutt’altra carriera davanti. Il danese, peraltro, ha palesato qualità veramente notevoli sia in salita che a cronometro.
Il testa a testa tra Carapaz e Yates, infine, è nettamente favorevole al primo. Gli scontri diretti tra i due, d’altronde, parlano chiaro. Ad ogni modo, va detto che, seppur il Tour abbia perso Roglic, il Giro è stato nettamente più penalizzato dai forfait dei vari big. Se Landa, Sivakov, Evenepoel e Buchmann avessero concluso la Corsa Rosa, certamente la forbice tra le due manifestazioni sarebbe stata meno ampia.
Foto: Lapresse