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Baseball, Olimpiadi Tokyo: le favorite e la formula del torneo. Giappone in pole per l’oro

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Comincerà soltanto la prossima settimana il torneo olimpico di baseball: è infatti il 28 luglio la data da tenere d’occhio, con il playball tra Giappone e Repubblica Dominicana che, a Fukushima, determinerà l’inizio della competizione. La finale si terrà sabato 7 agosto, quando in Italia saranno le 12:00 e nella terra del Sol Levante le 19:00.

La formula, a differenza del softball, è piuttosto cervellotica. Si comincia con due gironi da tre: in uno Giappone, Messico e Repubblica Dominicana, nell’altro Israele, Corea del Sud e Stati Uniti. Si prosegue poi con il tabellone a eliminazione diretta, che procede di fatto secondo due distinte maniere.

Andiamo con ordine: nel primo turno si affrontano tra di loro le due seconde e le due terze dei minigruppi. La perdente del confronto tra le terze è eliminata. La sconfitta del confronto tra le seconde, invece, ha un’altra chance contro chi perde la sfida successiva, al secondo turno, tra le vincenti dei due incontri citati appena sopra. In pratica si tratta di un ripescaggio del primo turno, al termine del quale le squadre da 6 si saranno ridotte a 4.

Nel secondo turno, oltre allo scontro tra le due vincenti del primo, c’è anche il match tra le prime dei due raggruppamenti: la perdente gioca con la vincente del primo round di ripescaggio, per quello che è a sua volta un altro ripescaggio. In questo caso, la sconfitta non è definitivamente eliminata, ma ha la possibilità di giocare il match per la medaglia di bronzo.

E veniamo dunque al discorso delle semifinali, che sono dichiarate tali, ma suonano più come un doppio round. Nella prima giocano la sopravvissuta dal primo turno fin qui e la vincente del match tra prime; chi perde ha un’altra possibilità con la vincente del secondo incontro di ripescaggio. Le vincenti di questi due incontri citati vanno a giocare la finale per l’oro, mentre la perdente della seconda sfida citata è l’altra squadra che andrà a caccia del bronzo.

Dal momento che il sistema, così com’è scritto, è particolarmente (e comprensibilmente) complesso da comprendere, la WBSC ha saggiamente proposto una grafica in cui viene chiarificato in modo completo il processo di qualificazione alla finale.

Fatte queste premesse, va detto che a queste Olimpiadi, ma non è oramai una novità, non partecipano i giocatori della MLB tuttora in campo nel pieno della stagione. Viene invece consentita la partecipazione a chi gioca nelle leghe minori, dal Triplo A in giù, il che ha generato la convocazione anche di qualche All Star passato, se si scorrono i roster.

Che il Giappone, in questo stato delle cose, sia favorito per l’oro è cosa indubbia, e lo sarebbe stato ancora di più se fosse stato consentito al pubblico di casa di poter sostenere la propria squadra. Dettaglio da non dimenticare: il baseball, in Giappone, è sostanzialmente uno sport nazionale, con tutto quello che ne deriva a qualsiasi livello. Si va dall’esperienza di Masahiro Tanaka alle quotazioni sempre più alte di Seiya Suzuki, in odor di MLB. E il manager nipponico Inaba, del resto, è stato chiaro: l’obiettivo è l’oro. Niente di più, niente di meno.

Gli Stati Uniti, in questo stato delle cose, non sembrano neanche i favoriti per arrivare in finale, nel senso che per la medaglia d’argento c’è anche la Corea del Sud da tenere d’occhio. Ma c’è anche un’ulteriore variabile impazzita, che potrebbe scombinare i piani di tutti: Israele. Qualificatosi a scapito di Olanda, Repubblica Ceca, Spagna, Italia e Sudafrica nel 2019, il team in questione fa leva su una buonissima fetta di ex MLB di livello, e non sarà in nessun modo la vittima sacrificale, anzi. Meno speranze per la Repubblica Dominicana e per il pur sempre insidioso Messico.

Foto: LaPresse / Olycom

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