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Nuoto, Olimpiadi Tokyo: finali amare per gli azzurri. Gabriele Detti solo 6° nei 400 sl, solo Martinenghi si salva

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Prima giornata di semifinali e finali che non hanno sorriso più di tanto ai colori azzurri nel nuoto in corsie. Nell’Aquatics Centre di Tokyo, sede delle Olimpiadi per la specialità, i risultati non sono stati oggettivamente all’altezza delle aspettative e soprattutto dal punto di vista cronometrico si è notato un peggioramento nella maggior parte dei casi per gli azzurri.

Partendo con ordine, la Finale dei 400 misti ha visto il successo dell’americano Chase Kalisz (4’09″42) a precedere il connazionale Jay Litherland (4’10″28) e l’australiano Brendon Smith (4’10″38). Per Alberto Razzetti un ottavo posto che fa storcere il naso per il peggioramento del tempo rispetto alle batterie (4’11″32). Tuttavia, il suo vero obiettivo era il raggiungimento della Finale e il target è stato centrato.

Niente da fare per Elena Di Liddo (57″60) e Ilaria Bianchi (58″07) nelle semifinali dei 100 delfino donne. Le due azzurre hanno terminato al 13° e al 15° posto, non trovando la nuotata giusta e alzando i loro riferimenti. Livello molto alto, comunque, nella specialità con la Zhang Yufei davanti a tutte nell’overall con il tempo di 55″89, unica a infrangere la barriera dei 56″.

Indubbiamente, la delusione di giornata è stata la Finale dei 400 stile libero maschili. Si confidava molto in Gabriele Detti, che si presentava ai nastri di partenza da bronzo olimpico. Il livornese ha chiuso solo in sesta posizione con il tempo di 3’44″88 e il contesto di gara, sinceramente, si prestava a ben altro risultato. La vittoria, infatti, è andata al sorprendente tunisino Ahmed Hafnaoui (3’43″36) a precedere l’australiano Jack McLoughlin (3’43″52) e l’americano Kieran Smith (3’43″94). Da questi tempi si comprende che il rammarico del toscano sia pienamente giustificabile.

Poco da fare anche nei 400 misti donne, dove Ilaria Cusinato ha anche lei peggiorato le sue prestazioni delle batterie (4’40″65), chiudendo in ottava piazza, con la giapponese Yui Ohashi (4’32″08) a precedere le due statunitensi Emma Weyant (4’32″76) e Hali Flickinger (4’34″90). L’unico bagliore di luce in questo day-1 poco fortunato per l’Italia è stato Nicolò Martinenghi: il lombardo ha concluso in terza posizione nell’overall delle semifinali dei 100 rana (58″28), stabilendo il nuovo primato italiano e dando un forte segnale di vitalità. Nella prova che vede favorito per l’oro Adam Peaty (57″63), Martinenghi può giocarsela per gli altri due gradini del podio con l’olandese Arno Kamminga (58″19) e tutta una serie di avversari altamente qualificati.

Infine è arrivato il sigillo abbastanza prevedibile della 4×100 stile libero femminile australiana che ha stabilito il nuovo primato del mondo di 3’29″69 davanti al Canada (3’32″78) e agli Stati Uniti (3’32″81).

Foto: LaPresse

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