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Vanessa Ferrari, la Regina dei numeri primi. Scalda le Olimpiadi e “Parte con Noi”: la medaglia si può fare

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Sarà solo la qualifica. Sarà una gara che non assegna nulla di concreto. Sarà un turno preliminare che serve solo a determinare chi va avanti e chi deve fare le valigie, ma intanto Vanessa Ferrari ha fatto venire la pelle d’oca ancora una volta. Vedere il numero 1 accanto al nome della Farfalla di Orzinuovi è sempre un tuffo al cuore: prima, davanti a tutti, solo lei. Come ai Mondiali di Aarhus 2006, quando vinse l’all-around. Come in altre decine di occasioni, tutte concluse con qualcosa di pesante in mano e sorrisi splendenti.

Certo, è come la pole position in F1: va concretizzata in gara se si vogliono portare a casa i punti pesanti, ma intanto l’azzurra ha messo il naso davanti a tutti e lo ha fatto con uno show ai limiti della perfezione. Alla sua quarta partecipazione consecutiva alle Olimpiadi, a 30 anni abbondanti, con una sfilza di infortuni alle spalle e una serie di vicissitudini infinite nell’ultimo anno e mezzo, la bresciana è ancora assoluta protagonista nel contesto più importante. Lo fa con una facilità che sembra imbarazzante, con la voglia di una ragazzina e con la testa di una veterana indomabile. Professionalmente impeccabile, motivata a realizzare il suo sogno. Da capitana di una Nazionale che ritorna in Finale con la squadra dopo 9 anni.

Prima. Al suo corpo libero. Davanti all’imbattibile Simone Biles. Sola là davanti, grazie a un esercizio che ha scaldato il cuore nella notte italiana. L’incarnazione dei numeri primi. “Con te partirò” ha fatto saltare le coronarie e ha girato in tutto il mondo, venendo apprezzato davvero da chiunque all’interno del circuito della Polvere di Magnesio e anche al di fuori, immensa cassa di risonanza di una prestazione da incorniciare. E da ripetere in finale. Perché quello di oggi è stato solo il primo atto, il primo tempo di una partita che ripartirà da zero: lunedì 2 agosto si dovrà dare la caccia alla tanto agognata medaglia a cinque cerchi. Vanessa Ferrari ci riproverà per la terza volta consecutiva, dopo gli amari quarti posti di Londra 2012 e Rio 2016. Non si dovrà sbagliare nulla perché ci sono ben otto ragazze racchiuse in otto decimi dopo l’infinito turno di qualificazione di oggi: una minima sbavatura rischia di fare crollare il castello.

Un ruggito da Leonessa, un volo da Farfalla, una puntura d’Ape. Tanto coraggio, tanta fantasia, tanta perseveranza. E tanto amore incondizionato. Quale le si chiede “chi te lo fa fare”, basterebbe guardare un suo esercizio nel momento che conta. La risposta sta in quei 90 secondi. E in lei bisogna sempre credere, perché è sempre tornata da qualsiasi momento buio. Dalle ceneri è rinata più forte di prima. Ripercorrere il travagliato percorso di qualificazione, l’ultima stagione col bronzo agli Europei dopo il Covid-19 e la vittoria in Coppa del Mondo per qualificarsi a Tokyo 2021, sarebbe davvero superfluo. Perché si vive di emozioni e stanotte, ancora lei, ci ha regalato ricordi indelebili che hanno già fatto la storia della ginnastica artistica. Questa volta non solo alle nostre latitudini.

Simone Biles si inchina a causa di troppi errori e di un “body shape” non all’altezza di Vanessa Ferrari (tanta acrobatica, ma…), Jade Carey si accoda, Rebeca Andrade si riscopre magica, le russe tengono botta. Tra otto giorni, all’ora di pranzo. Da zero. Contro tutto e tutti. Per quello che la ginnasta italiana più forte e vincente di tutti i tempi merita. Simone Biles è imbattibile con l’esercizio che sa fare, ma si è capito che può sbagliare. Tutte le altre sono alla portata della nostra portacolori.

Foto: Lapresse

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