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Tennis, Olimpiadi Tokyo: le storie dai primi due giorni da Djokovic a Barty, da Suarez Navarro a Nishikori
Ci sono alcune storie che hanno colpito più di altre nel panorama tennistico delle Olimpiadi. Ma anche alcune parole, alcune situazioni: il bello (o il brutto in alcuni casi) che può mostrare la rassegna a cinque cerchi. Andiamo a vedere, in breve, una selezione di quanto si è potuto vedere all’Ariake Tennis Park e non solo.
L’argomento del caldo è molto dibattuto. Si sono visti tennisti e tenniste avere serie difficoltà in questi giorni, tant’è che è stata introdotta una Extreme Heat Policy fin dal primo giorno, sulla falsariga degli Australian Open: se dovesse fare troppo caldo, match sospesi per dieci minuti tra 2° e 3° set. Novak Djokovic si è spinto oltre: il serbo ritiene che le partite dovrebbero essere iniziate più tardi. Finora le sue richieste non sono state accolte.
Ashleigh Barty puntava tantissimo su queste Olimpiadi. Lo aveva dimostrato nelle dichiarazioni e in generale in ogni attimo a sua disposizione. Tuttavia, per l’australiana sono arrivate due brutte notizie di fila. La prima, il sorteggio contro una giocatrice difficile come la spagnola Sara Sorribes Tormo, che quest’anno in varie occasioni ha dato prova di esser cresciuta parecchio. La seconda è che dall’iberica è stata sconfitta, e per di più all’esordio. Un torneo olimpico, perciò, totalmente da dimenticare in singolare, e le resta ora solo il doppio (sempre se non giocherà il misto, ma in questo senso l’entry list chiuderà martedì 27 e poi ci sarà il relativo sorteggio). Un duro colpo per l’Australia, che su di lei puntava molto forte per una medaglia.
La storia forse più bella, finora, è quella di Carla Suarez Navarro. La spagnola veniva dal linfoma di Hodgkin, ed è tornata in campo dopo aver lottato con una condizione davvero difficile, di cui sono stati famosi alcuni casi (leggere alla voce Alisa Kleybanova, per esempio. Ma lei ha fatto di più: è tornata al Roland Garros, è tornata a Wimbledon, è tornata alle Olimpiadi. In molti hanno puntato gli occhi sul suo match con l’ormai forte tunisina Ons Jabeur, uno spettacolo per gli occhi viste le qualità delle due. E l’ha vinto lei, la Carla che non s’arrende mai, che non molla. Giocherà con Karolina Pliskova al secondo turno, ma comunque vada con la ceca sarà qualcosa di bello. Perché qui, ormai, il lato tennistico conta fino a un certo punto.
Si ritorna invece con la racchetta in mano per ricordare il ritorno di prepotenza di Kei Nishikori. Non aveva mai mollato, il più forte giapponese della storia del tennis: quello che ha fatto nella seconda giornata, però, assume un fortissimo significato. Battere Andrey Rublev, con quello che ha fatto il russo nell’ultimo anno e mezzo, fa capire che sulla mappa delle racchette mondiali c’è di nuovo anche lui, l’uomo che non si è voluto arrendere agli infortuni. Le attenzioni del tennis nipponico si sono giustamente spostate su Naomi Osaka, ma di sicuro nessun appassionato ha dimenticato ciò che ha dato Nishikori: una finale Slam raggiunta con lo scalpo di Djokovic, del resto, non si dimentica.
Foto: LaPresse