Nuoto
Nuoto, Italia maestosa! La 4×100 sl agguanta una storica medaglia d’argento a Tokyo 2020!
Giornata entusiasmante per l’Italia nel nuoto alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dopo il bronzo di Nicolò Martinenghi nei 100 rana, la 4×100 sl maschile ha conquistato uno storico argento, preceduta solo dagli imprendibili Stati Uniti di Caeleb Dressel. Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo sono i quattro cavalieri che hanno compiuto l’impresa: mai prima di oggi il Bel Paese era salito sul podio ai Giochi in questa specialità.
Con il crono di 3’10″11 gli azzurri hanno nuovamente migliorato il record italiano, preceduti di 1″14 dagli Usa. Al lancio Miressi, meno brillante rispetto a ieri, dava il cambio a Ceccon il quarta posizione con un 47″72 non esaltante per il livello ormai raggiunto dal nativo di Torino. Dressel, schierato in prima frazione, faceva subito la differenza in 47″26, ma negli ultimi 15 metri pagava dazio ad una partenza sin troppo aggressiva.
Ceccon, reduce dalle fatiche della semifinale dei 100 dorso, dove aveva ottenuto l’accesso per l’atto conclusivo con il 4° crono assoluto, firmava una frazione da applausi in 47″45, consentendo alla selezione tricolore di salire in terza piazza alle spalle di Usa e Francia.
Toccava poi a Zazzeri dare una sterzata decisiva verso la medaglia. Il nuotatore più esperto del quartetto nuotava due vasche da campione in 47″31, portandosi in seconda posizione a soli 2 decimi dagli Stati Uniti!
A quel punto Frigo nulla poteva contro il fenomenale Zach Apple, autore di una frazione sensazione in 46″69! L’azzurro, tuttavia, si rivelava più solido che mai e con un ottimo 47″63 toccava la piastra per secondo, regalando l’argento all’Italia!
Medaglia di bronzo per l’Australia in 3’10″22, quarto il sorprendente Canada che schierava ancora il 37enne Brent Hayden, campione del mondo nel 2007 a pari merito con Filippo Magnini. Quinta l’Ungheria, mentre completano la top8 Francia, ROC e Brasile.
L’Italia festeggia un argento pesantissimo, a lungo inseguito e spesso sfiorato in passato nell’era Magnini. Il giusto premio per un movimento che continua a rinnovarsi con profitto e con una base sempre più allargata.
Foto: Lapresse