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‘Cogito, ergo sport’ – Vanessa Mae: il richiamo della montagna
“La neve possiede questo segreto: di ridare al cuore un alito di gioia infantile che gli anni gli hanno impietosamente strappato“.
Antonine Maillet
La gioia infantile per lo sci era solo un lontano ricordo per Vanessa Mae, prodigio della musica già a tre anni, capace, a tredici, di incidere col suo violino il concerto di Tchaikovsky.
Considerata tra le più grandi violiniste al mondo, innovativa e originale con quello stile che unisce il classico al rock, l’opera al pop, 10 milioni di cd venduti in tutto il mondo, Vanessa aveva un sogno: tornare a sciare, come faceva da bambina, prima che la madre le impedisse di perseguire una passione che avrebbe potuto rovinarle la carriera. Troppo grande il rischio di rompere un dito, troppa la distrazione dalle sei ore giornaliere dinanzi a uno spartito. Un pericolo che invece Vanessa, alla soglia dei trent’anni, ha deciso di correre, anzi, di sciare.
Nessuno avrebbe scommesso su di lei, una musicista che non aveva mai praticato sci agonistico prima di cinque anni fa, quando decide di cominciare ad allenarsi in vista delle Olimpiadi invernali di Russia. La musica Vanessa l’ha sempre avuta nel cuore, e forse è stata proprio quella ad aprirle un mondo nuovo, diverso, il mondo al quale voleva appartenere e di cui era stata privata. “La musica è Dio che ci ricorda che esiste qualcos’altro in questo mondo“, l’adrenalina per una discesa, la fatica di una curva, l’attesa al trampolino di lancio. Abituata da sempre a contare le battute, Vanessa è stata in grado di battere al meglio tutti i tempi, anche se in un modo per lei insolito, e giungere a qualificarsi per l’evento sportivo dell’anno: Sochi 2014.
Non potrà sperare in una medaglia, forse neppure a rientrare fra le prime duecento, ma la musica non cambia. O meglio, cambia registro, cambia note e timbro e diventa “lo straripare di un grande silenzio” (Marguerite Yourcenar), il rumore della montagna da cui risuona l’eco dell‘incredibile forza di volontà di una ragazza in grado di reinventare completamente se stessa, rimettersi in gioco a partire da zero, iniziare un percorso che per la maggior parte della gente è irraggiungibile e per gli altri comincia molto prima.
Vanessa Mae rappresenterà la Thailandia nello slalom gigante col cognome paterno di Vanakorn, e darà corpo a quelle curve che prima avevano solo forma, pizzicando la neve come la corda di un violino, eseguendo la discesa come un vibrato continuo, tentando una Toccata e fuga al traguardo con l’energia del rock che le scorre nelle vene.
A Sochi Vanessa continuerà a deliziare il pubblico con la sua arte, quella che ha contribuito a farla giungere fin qui perché è “in virtù della musica che le passioni godono di sé stesse”(Friedrich Nietzsche), comprese quelle passioni che permettono ad una violinista di diventare sciatrice olimpionica.