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Tennis, Olimpiadi Tokyo. Diego Schwartzman: “Chi decide gli orari è in poltrona al fresco”
Non si placano le polemiche dei tennisti in merito alle condizioni di gioco in cui sono chiamati a disputare gli incontri del torneo Olimpico di Tokyo 2020. Rabbia e delusione esternate sia dagli sconfitti che dai vincitori. Caldo ed afa sembrano non interessare agli organizzatori, che continuano imperterriti ad inserire i match di tennis nelle ore più calde della giornata nipponica.
Questa mattina è arrivato il ritiro della spagnola Paola Badosa, uscita dal campo con l’aiuto dei medici, sull’orlo di un collasso causa caldo. Già Novak Djokovic, numero uno ATP, aveva chiesto di spostare gli incontri in orari serali, considerando che il tennis center di Tokyo dispone di illuminazione. Sempre stamane Danil Medvedev ha chiesto per ben due volte lo stop dell’incontro che lo ha visto vincitore su Fabio Fognini. Il russo ha poi tuonato: “Posso terminare il match? Si, ma posso anche morire in queste condizioni. Se muoio, chi è il responsabile?”.
Gli ha fatto eco poco più tardi Diego Schwartzman. L’argentino, sconfitto dal russo Karen Khachanov in tre set, ha commentato: “E’ stata una partita in cui contavano solo le energie al termine degli scambi. Dopo dieci minuti sembravamo già The Walking Dead, dei perfetti zombie. Le condizioni dovrebbero essere nettamente migliori, sono arrabbiato. E’ difficile giocare così, con tre persone in poltrona con l’aria condizionata che decidono gli orari. E’ pazzesco poi vederli a bordo campo tutti rilassati con gli occhiali da sole”.
Prese di posizioni pesanti da parte degli ambasciatori del tennis mondiale. La questione non è finita di certo qui.
Foto: LaPresse