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Atletica, Massimo Stano: “L’Italia sta andando fortissimo! Dopo Jacobs e Tamberi mi sono detto: non c’è due senza tre”

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Massimo Stano si è laureato Campione Olimpico nella 20 km di marcia. Il pugliese si è inventato una spettacolare magia a Sapporo, ha demolito l’intera concorrenza con un ritmo costante e asfissiante, comportandosi da autentico padrone di una prova encomiabile e terminata con la conquista della medaglia d’oro. L’azzurro ha trionfatore da autentico outsider: era inatteso alla vigilia, si poteva sperare in un buon piazzamento e invece è arrivato il sigillo che lo consegna in maniera imperitura alla storia dello sport tricolore.

Il 29enne, che regala all’Italia dell’atletica leggera il terzo oro in questi Giochi, trova la sua prima grande gioia internazionale della carriera dopo il quarto posto degli Europei 2018 e naturalmente la sua emozione trasuda da tutti i pori, come traspare dalle dichiarazioni rilasciate dopo l’arrivo: “Sono veramente contento, incredulo. Spero che non sia un sogno, non voglio andare a dormire come ha detto Tamberi. Devo ancora realizzare, non so quanto ci metterò ma spero il meno possibile per guardare ancora più avanti“.

Il nostro portacolori ha messo le mani sul terzo oro dell’atletica leggera alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e non nasconde che una molla gli è arrivata dai successi siglati da Marcell Jacobs (100 metri) e Gianmarco Tamberi (salto in alto) nella storica domenica 1° agosto: “Dalle vittorie di Jacobs e Tamberi mi è arrivata una spinta in più: mi sono detto che non c’è due senza tre. Dedico questa medaglia a mia figlia Sophie e a mia moglie Fatima che mi supporta e mi sopporta“.

L’analisi più completa ai microfoni federali: “È stata una gara veramente dura. Caldo, umido, come piace a me. Ho sperato che piovesse e ci fosse ancora più umidità perché so che in queste condizioni soffro meno degli altri. Non ho mai avuto ottime sensazioni in gara, anche se può sembrare strano. Negli ultimi due mesi per darmi coraggio mi ripetevo ‘sono il più forte, sono il più forte del mondo’, e anche in gara ho lavorato molto mentalmente. Mi ripetevo in testa di essere il migliore. Un mese e mezzo fa ho avuto un’infiammazione al bicipite, quindi abbiamo dovuto frenare un po’ con gli allenamenti. Per compensare quello che non ho guadagnato con il lavoro, ho dovuto lavorare a livello mentale. Questa strategia mi ha dato fiducia”.

Poi prosegue: “Ovviamente la vittoria è dedicata a mia figlia Sophie (nata a febbraio) e mia moglie Fatima che mi sopportano e supportano. Al mio coach Patrizio “Patrick” Parcesepe, perché non si può fare un risultato da soli, ma serve intorno un grande staff. Al fisio Cristian Bruno. A tutti quelli che mi hanno aiutato nel cammino verso le Olimpiadi. Sono veramente contento e incredulo, spero non sia soltanto un sogno. Oggi, prima della gara, al mio team manager delle Fiamme Oro Sergio Baldo ho detto… non c’è due senza tre! Glielo avevo promesso. Ringrazio anche le Fiamme Gialle che mi ospitano, io sono un ibrido, squadre diverse ma funzioniamo insieme, con la maglia Italia. Devo realizzare. Spero di metterci poco a farlo. Per guardare ancora più avanti”. 

Foto: Colombo/FIDAL

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