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Basket, Olimpiadi Tokyo, Gregg Popovich: “Grande rispetto per la Francia, hanno un grande gruppo”. E su Kevin Durant…

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E’ un Gregg Popovich finalmente felice, quello di oggi: dopo esser stato escluso dal taglio della squadra di Monaco 1972, aver dovuto vivere da vice Atene 2004, le tante rinunce e il conseguente 7° posto ai Mondiali di Cina 2019, stavolta per uno dei più grandi allenatori della storia c’è la gloria olimpica.

Coach Pop ha guidato Team USA al quarto oro di fila, in una finale complicata e contro un’avversaria che gli aveva dato due grandi delusioni: quella iridata e quella nella prima gara di queste Olimpiadi. A tal proposito, va detto: per la prima volta da quando ci sono i professionisti della NBA, gli Stati Uniti vincono con il percorso “sporcato” da una partita persa nel girone.

E proprio per questo, o ancor più per questo, Popovich rende onore ai francesi: “E’ chiaro, siamo contenti del risultato. Grande rispetto per il basket francese, per l’allenatore Collet e per il suo staff. Hanno giocato bene, con aggressività. Hanno un grande gruppo. Proprio perché sono una grande squadra, questo rende la vittoria più esaltante. A loro va tutto il merito“.

E poi: “Siamo onorati di aver rappresentato il nostro Paese. La squadra è progredita davvero velocemente, ha affrontato molte situazioni, e questo rende più bella la vittoria“. E su Kevin Durant: “Non è speciale solo perché ha tutto questo talento. Fa ancora più impressione la maniera in cui lavora sul proprio gioco e per l’amore che ha verso di esso. E’ come l’osmosi. Passa dentro gli altri giocatori, è la relazione che costruisce con i compagni, il rispetto“.

E ancora:, sul momento della vittoria: “Non ho fatto nulla. Mi sono solo seduto, spaventato a morte. Ho guardato i ragazzi giocare. Ho parlato agli altri allenatori. E’ qualcosa di fuori dall’esperienza corporea quando sei in questo tipo di situazioni. Competi, sai, quando la palla va su, non pensi molto. Stai competendo. E’ il prima che è orribile, quando pensi se hai saltato qualche passaggio, e cosa il team può farti, e quello che abbiamo da fare. Quelli sono momenti difficili. Ma quando la partita va, non ci pensi. Uno a cui ho pensato è Jerry Colangelo, ma anche Sean Ford, che hanno fatto tutto questo tanto a lungo. E Jerry… questa è la sua ultima volta in questo particolare step della vita. Ma l’eredità sarà sempre lì per lui, sarà sempre pronto per un consiglio. Ma questa era una delle nostre motivazioni, farlo per due che sono stati con noi per tanto tempo. Oltre le famiglia, noi, il nostro Paese, lo fai per tante ragioni. Ma quando la partita è viva, non pensi a tutto questo. E’ prima e dopo che ti colpisce“.

Un pensiero anche per Draymond Green: “Quello che ricordo è lui che spazza via la palla dal ferro su quel tiro libero. Forse non l’ha notato nessuno. Quello ha tolto loro un punto, ed era molto importante per noi“.

Credit: Ciamillo

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