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Valentino Rossi: “Gli italiani hanno buone ragioni per seguire la MotoGP anche senza di me”

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Nella giornata di martedì il sito ufficiale della MotoGP ha pubblicato una video intervista a Valentino Rossi, nella quale il Dottore ha fatto il punto della situazione. Il quarantaduenne di Tavullia è tornato sulla sua decisione di ritirarsi, ha spiegato quali sono gli obiettivi per il finale di stagione e ha parlato delle prospettive del nascituro Team VR46 di MotoGP, che scenderà in pista nel 2022.

“Qual è il segreto per avere una carriera lunga come la mia? Ho imparato da mio padre che non bisogna prendere troppo seriamente i risultati, perché non fanno la differenza, nel senso che non ti rendono migliore o più veloce. Bisogna lavorare duro, ma al tempo stesso sapersi divertire. Fuori dalla MotoGP ho una vita normale, ho diversi buoni amici e credo sia questa la ragione per cui ho gareggiato per 26 anni”.

“Mi sento bene in merito alla decisione di smettere, penso che sia la scelta migliore. Eppure non sono felice, perché avrei sperato che questa vita continuasse altri 20 anni. Però non ci posso fare niente. Ho deciso di ritirarmi a causa dei risultati. È importante divertirsi, ma ci si diverte se vince. Purtroppo nell’ultimo anno non sono stato veloce a sufficienza per lottare per il podio o chiudere nei primi cinque. Più si invecchia, più bisogna lavorare duro per stare al top. Si fa più fatica e ci si  diverte di meno”.

Non ho voluto ritirarmi quando ero al vertice perché non volevo avere nessun rimpianto. In questo senso sono felice e sereno. Voglio dare il massimo da qui a fine anno, in maniera tale da chiudere meglio di come ho iniziato il 2021. Se potessi esprimere un desiderio, vorrei salire una volta sul podio da qui a Valencia!”.

Il Motomondiale esisteva prima di Valentino Rossi e continuerà anche dopo di me. Ho visto l’evoluzione della disciplina. Una volta il motociclista era spinto soprattutto spinto dalla passione. Adesso invece c’è molto più professionismo, ognuno ha un’organizzazione alle proprie spalle e questo ha alzato moltissimo il livello. Ci si diverte sempre, ma è diventato lavoro serio”.

“La nostra Academy è una delle strutture che seguono i giovani. Abbiamo cominciato aiutando mio fratello Luca Marini, Franco Morbidelli e Andrea Migno. Quindi abbiamo creato un team in Moto3 e poi in Moto2. La squadra di MotoGP è l’ultimo passo. Sarà difficile, perché nella classe regina tutto è più grande, però ci sentiamo pronti. Il Team VR46 sarà uno sbocco per i nostri piloti, perché vogliamo aiutarli anche in MotoGP. Gli appassionati italiani possono stare tranquilli, avranno modo di seguire la MotoGP anche senza di me”.

Foto: MotoGPpress.com

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