Atletica
Atletica, chi è Wanderson Polanco. La nuova freccia azzurra nei 100 metri dal cuore sardo-caraibico
L’Italia è l’ombelico della velocità mondiale. Il memorabile oro conquistato dalla 4×100 alle Olimpiadi di Tokyo 2020 rappresenta l’incoronazione di un movimento da sogno, mai ammirato alle nostre latitudini. Marcell Jacobs è il Campione Olimpico dei 100 metri e ha trionfato in staffetta insieme a Lorenzo Patta (strepitoso in apertura), Fausto Desalu (curva da incorniciare) e Filippo Tortu (rettilineo conclusivo da brividi con tanto di rimonta sulla Gran Bretagna). Ricordiamo i loro personali nell’ordine: 9.80 (record europeo, realizzato in occasione della finale a cinque cerchi), 10.13 (quest’anno a Savona, nel meeting del 9.95 di Jacobs), 10.29 (nel 2020, ma Desalu è prettamente un duecentista), 9.99 (Tortu è stato il primo italiano a scendere sotto i 10 secondi, poi è arrivato il ciclone Jacobs).
Anche le riserve del magico quartetto capace di trionfare nel Sol Levante sono però di assoluto spessore e ieri è esploso definitivamente anche Hillay Wanderson Polanco Rijo, che ha corso i 100 metri in 10.21 (+1,1 m/s di vento a favore) battendo proprio Lorenzo Patta nel meeting di Castelporziano (in provincia di Roma) per festeggiare l’anniversario delle Fiamme Gialle. Il quasi 24enne (spegnerà le candeline il prossimo 25 novembre) ha abbassato il proprio personale di quattro centesimi e ha messo in fila Filippo Randazzo (10.23, super personale sulla distanza per il saltatore in lungo) e Lorenzo Patta (10.27). Conosciamo meglio quest’altra carta a disposizione della nostra Nazionale e che potrebbe già essere grande protagonista nel prossimo futuro.
Wanderson Polanco è nato a Santo Domingo (Repubblica Dominicana) il 25 novembre 1997 ed è tesserato per l’Atletica Riccardi Milano 1946. L’allievo di Alessandro Nocera si è trasferito in Italia insieme ai propri genitori quando aveva sette anni e si è accasato a Sestu, alle porte di Cagliari (dunque è sardo, proprio come l’oristanese Patta). Ribattezzato “Gigante Gentile” per la sua rilevante altezza (193 cm) e per un cuore d’oro, ha iniziato praticando calcio e si era fatto apprezzare come terzino, ruolo in cui poteva dare sfogo alla sua velocità. Nel 2013, però, quando aveva 16 anni, viene indirizzato all’atletica leggera da Valentina Uccheddu, amica di famiglia e seconda lunghista italiana di tutti i tempi (lo era ai tempi alle spalle di Fiona May, ora va considerata anche Larissa Iapichino).
Wanderson cresce all’Amsicora, poi nel 2016 si trasferisce a Torino passando sotto la guida di Alessandro Nocera. Nel 2017 è esploso vincendo i titoli italiani promesse sui 60 indoor e sui 100 outdoor, poi nel 2020 è rientrato in Sardegna, venendo seguito dal suo primo coach Andrea Atzeni. Nel 2017 corse in 10.35, quest’anno un doppio miglioramento fino al 10.21 di ieri a We Run Together.
Qualche curiosità su questo talentuoso azzurro? Eccezionali doti di studio (è laureato in scienze motorie), è papa del piccolo Leandro (nato nel 2020), si diverte leggendo i manga giapponesi ed è un grande appassionato di tecnologia. La simpatia è di casa, hanno fatto anche sorridere le dichiarazioni rilasciate dopo la vittoria di ieri: “Quando mi sono visto Randazzo accanto ho pensato: sono io che vado troppo piano o lui troppo veloce? Mi ha confessato di avere pensato la stessa cosa…“.
Foto: Colombo/FIDAL