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Antonio La Torre: “Abbiamo monitorato il sonno di Tortu e Jacobs. L’atletica merita risorse economiche almeno raddoppiate”

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Il primo consiglio federale post-olimpico dell’atletica italiana ha riconfermato all’unanimità tutti i vertici del settore tecnico in scadenza il 30 settembre, tra cui il DT Antonio La Torre che rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2024. Il 64enne nativo di Manfredonia, inoltre, assume anche il ruolo di direttore scientifico e mette già nel mirino i prossimi grandi appuntamenti del 2022.

I big punteranno sui Mondiali di Eugene, per i quali, ranking alla mano e con cinque staffette ammesse, potremmo arrivare a 80 convocabili. Sarà il caso di portarli tutti? Per molti sarà più opportuno pensare agli Europei di Monaco, dove potremo essere protagonisti assoluti. Non significa rinunciare a Eugene, ma… Penso a una Battocletti: benché tanto cresciuta, in un ambito sfiderebbe rivali tostissime, nell’altro partirebbe da favorita o quasi. Idem Sibilio: nei 400 ostacoli, nel Vecchio Continente, solo Warholm è più forte“, dichiara La Torre alla Gazzetta dello Sport.

L’eredità di Tokyo? Lo spirito di emulazione: tutti adesso ci vogliono provare. Cito ancora la Battocletti: senza di lei, un’Arnaudo e una Lonedo non sarebbero scese a 15’39” e 15’42” nei 5000. E poi l’atteggiamento. Nessuno accampa più alibi, tutti vogliono migliorare. Scotti si danna per l’errore nella 4×400, Crippa è il primo a essere deluso, Randazzo nel lungo fa 8° ed è insoddisfatto, Dallavalle è 9° nel triplo e parla di occasione persa“, prosegue il tecnico italiano.

“Le sfide che ci attendono si vinceranno lavorando sui piccoli dettagli e incrementando le sinergie con la preparazione olimpica del Coni. I successi olimpici sono stati anche il frutto della curva avuta proprio nei dettagli, come il monitoraggio costante del sonno su tre campioni olimpici (tra cui Jacobs e Tamberi, ndr) – dice al Corriere dello Sport il DT azzurro, che poi spiega – Si tratta di monitorare la qualità del sonno, una sorta di orologio che segnala quando è frammentato e quindi viene limitato il recupero dell’atleta. Con Jacobo Vitale del Galeazzi di Milano abbiamo approntato un sensore che permette con piccole scosse di muovere il corpo in posizione ottimale durante il sonno”.

La Torre lancia poi un appello al CONI sui fondi federali: “Se chiederò più risorse dei 5,15 milioni stanziati nel 2021? Non dico di quintuplicarli, ma almeno raddoppiarli“.

Foto: COLOMBO/FIDAL

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