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Ciclismo su pista, Jonathan Milan: “Incognita Lambie ai Mondiali, l’Italia è pronta. Io un passista veloce”

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La freschezza dei ventuno anni che fa da contraltare alla maturità di un veterano. L’azzurro Jonathan Milan sa essere contemporaneamente il feroce colpo di pedale di un campione determinato a raggiungere i suoi obiettivi e la calma di una visione a lungo termine per un futuro tutto da scrivere.

Prima dell’inizio dei Mondiali 2021 di ciclismo su pista, il friulano della Bahrain Victorious si è raccontato ad OA Sport in un’intervista a 360°.

Jonathan, l’ultima polaroid di te in una gara su pista è quella del doppiaggio al russo Lev Gonov nella finale degli Europei dell’inseguimento individuale. Ora però arrivano i Mondiali, come ti senti in vista dell’appuntamento iridato?
“In questi giorni sto e stiamo, insieme ai miei compagni, affinando ulteriormente la condizione in vista dei Mondiali. L’oro negli Europei mi ha dato tanta soddisfazione: era qualcosa che inseguivo e in quella circostanza ho avuto anche la chance, poi centrata, di abbassare il mio record da 4:06 e qualche decimo a 4:05.750. E’ stato il traguardo personale di una stagione, ma ora è tempo di pensare all’appuntamento iridato”.

Dal velodromo di Roubaix cosa dobbiamo aspettarci?
“Mi sento fiducioso. Il quartetto potrà ancora una volta dire la sua: siamo pronti e carichi. Io poi guardo anche all’inseguimento individuale: vedremo come sarà la mia condizione nelle giornate finali della rassegna. Non so se sarò da medaglia, è chiaro che si saranno delle incognite. Una su tutte sarà rappresentata da Ashton Lambie: è un po’ che non lo vediamo in pista, ma conosciamo il suo valore, anche perchè è il detentore del record del mondo”.

Abbandoniamo un attimo il contesto della pista, per parlare della strada: hai da poco compiuto 21 anni (lo scorso 1 ottobre), ti senti più un cronoman o potresti avere anche uno sviluppo da velocista? 
“Credo di avere ancora un po’ di margine per decidere. Quest’anno ho deciso di lavorare un po’ di più sulla pista, mentre l’anno prossimo seguirò un programma più tendente alle corse in strada. Sono giovane e posso ancora provare a fare un po’ di cose: il ‘progetto finale’ sarebbe quello di arrivare a essere un passista veloce, diciamo così”.

Ultima domanda: navigando sul termine “passista veloce” e vista l’evoluzione della Madison nelle gare in pista, ma non è che per te è arrivato il momento di pensare anche a questo format di gara?
“In tutta la mia carriera ho disputato solo una volta la Madison, quando mi trovavo ancora nelle categorie giovanili. Al momento non credo di essere adatto a questo tipo di competizione: inoltre dovrei trovare un compagno adatto, con cui sviluppare un feeling. Sinceramente non ci ho mai pensato, anche perchè ritengo che sia meglio concentrarsi solo su un tipo di gara e per ora il quartetto e l’inseguimento son le cose che mi vengono bene. Un domani poi chissà, però credo sia molto difficile fare entrambe le cose a grande livello. Ho imboccato una strada e penso che nei prossimi anni continuerò a seguirla, senza andare a cercare troppi stravolgimenti”.

Foto: Lapresse

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