Ciclismo
Ciclismo su pista, Filippo Ganna sta meglio e vuol regalarsi l’ultima perla ai Mondiali di Roubaix
Dove eravamo rimasti? Un pianto di gioia e una bicicletta verso il cielo. La Parigi-Roubaix 2021 è stata marchiata da quel che Sonny Colbrelli è stato capace di fare e il momento del trionfo rappresenta una gemma nel firmamento sportivo italiano. Si riparte dal velodromo Jean-Stablinski per qualcosa che promette di essere altrettanto emozionante: i Mondiali di ciclismo su pista dal 20 al e 24 ottobre.
L’Italia vuol essere pronta a colpire e le frecce nel proprio arco non sono poche. Il faro del movimento non può che essere lui, Filippo Ganna, forte dei suoi sei titoli mondiali (4 nell’inseguimento e 2 a cronometro) e reduce da una stagione lunghissima cominciata all’Étoile de Bessèges in Francia (6 febbraio). Testa e gambe impiegate in 66 corse, percorrendo a perdifiato 9.600 chilometri e scrivendo la storia: oro alle Olimpiadi di Tokyo nell’inseguimento a squadre su pista, riportando l’Italia nell’Olimpo in questa specialità a 61 anni di distanza; sul tetto del mondo nella cronometro della rassegna in Belgio su strada a precedere l’idolo di casa Wout Van Aert. E ora l’ultimo atto a Roubaix.
Un avvicinamento un po’ travagliato: una caduta l’ha costretto a riprogrammare il suo finale di stagione, dovendo rinunciare alla Crono delle Nazioni vinta ieri in Francia dallo svizzero Stefan Küng. Il peggio però sembra passato: “Filippo sta meglio, venerdì ha fatto delle buone prove a Montichiari e mi è sembrato in forma. Non è affatto stanco della lunga stagione, lui sa programmarsi benissimo e lo ha dimostrato tantissime volte“, le parole del CT Marco Villa alla Gazzetta dello Sport.
Del resto, Ganna lo si conosce anche per la sua infinita fame di successo, benzina nel suo serbatoio speciale. E così, in questo contesto, si sogna un confronto tutto italiano nella prova dell’inseguimento individuale con Jonathan Milan (caduto anche lui negli ultimi giorni, ma pare senza danni importanti), oro agli Europei su pista a Grenchen (Svizzera) a cui Pippo non ha partecipato. Attenzione però all’americano Ashton Lambie, capace di strappare il record del mondo al nostro portacolori e di diventare il primo uomo ad abbattere il muro dei 4′ nell’inseguimento individuale pur in condizioni favorevoli (altura). E poi il sogno del quartetto che, dopo la gioia a Cinque Cerchi, vuol bissare con un oro mondiale che manca da 24 anni.
Si può comprendere che le motivazioni non mancano.
Foto: LaPresse