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Ciclismo su pista, Marco Villa: “E’ la miglior Italia di sempre, ma dobbiamo lavorare di più per rispettare le attese”

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Marco Villa

Il bilancio parla chiaro: quattro ori, tre argenti, tre bronzi e terzo posto nel medagliere dietro alle superpotenze Germania e Olanda. L’Italia del ciclismo su pista può festeggiare a Roubaix risultati di un certo rilievo e vista l’età media bassa della nostra compagine il CT Marco Villa ha di che rallegrarsi.

Risultati che parlano da soli e la chiusura d’oro di Elia Viviani nell’Eliminazione è stata sicuramente la firma d’autore nella rassegna iridata: “Era giusto che fosse stato lui a conquistare l’ultimo oro, per quest’anno, sia ben inteso. Se non ci fosse stato Viviani, che per noi è il profeta della pista, non ci sarebbero stati neanche Filippo Ganna, Jonathan Milan, Simone Consonni, Liam Bertazzo e via elencando, fino a Manlio Moro“, le parole di Villa all’Avvenire.

Un Vivani che a detta del CT ha rotto certi schemi: “Da noi c’è sempre stata la cultura della specializzazione. Elia ha sfatato questo tabù. Ha fatto capire che la multidisciplinarietà era un’opportunità tecnica ma anche psicologica, per rompere certi meccanismi, per mettersi in gioco con qualcosa di nuovo e quindi anche di giocare, cercando di non intossicare la testa e le gambe“.

Un’Italia che, dall’esempio della sua Stella Polare, ha saputo creare un movimento in cui talento e mentalità vincente non mancano: “Solo dieci anni fa eravamo considerati poca cosa, davvero una cenerentola dei velodromi, adesso possiamo dire che siamo considerati un po’ da tutti. E’ l’Italia migliore di sempre. Non ci sono paragoni da fare, non siamo mai stati così competitivi. Adesso l’asticella si è alzata e anche di molto. Ci saranno tante attese e dovremo lavorare ancora di più per non deluderle. Io sono orgoglioso come non mai di essere la guida di un gruppo giovane e forte“, le precisazioni di Villa.

Foto: LaPresse

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