Ciclismo
Ciclismo, Ilan Van Wilder denuncia il Team DSM per la mancata rescissione del contratto
Ilan van Wilder e la sua attuale squadra, il team DSM, risolveranno i conflitti interni in tribunale. Il corridore belga ha deciso di denunciare la formazione tedesca dopo che questa si è rifiutata di procedere con la rescissione del contratto, ed ora spetterà alla legge fare chiarezza sulla diatriba.
Che ci fosse maretta tra Ilan Van Wilder ed il team DSM era chiaro da tempo. La frattura tra le due fazioni si è venuta a creare nel momento in cui il giovane belga è stato escluso dalla Vuelta ed ha palesato il malcontento per la decisione davanti ai microfoni. Da quel momento in poi i rapporti hanno cominciato a deteriorarsi (pare che Van Wilder lamenti anche una disparità di trattamento tra i corridori), e siccome il tempo per trovare una nuova sistemazione per il 2021 diminuisce ogni giorno il ventunenne ha deciso di alzare i toni della questione.
La risposta della squadra tedesca non si è fatta attendere, e con una nota inviata a WielerFlits i vertici della DSM hanno espresso forte risentimento: “Invece di avere il giusto approccio alla questione, chiedendo un semplice trasferimento, Ilan ha screditato il team e tutti quelli che lavorano con lui nel quotidiano, cercando di forzare la mano per rescindere il contratto. Ci teniamo a chiarire che le persone in squadra si sono assunte le loro responsabilità e hanno assolto i propri obblighi nei confronti di Ilan.”
Da parte del corridore non c’è stata replica, probabilmente su consiglio dell’avvocato, e adesso toccherà al tribunale del lavoro olandese di Overijssel stabilire da che parte sta la ragione. Si attende una sentenza definitiva entro la metà di novembre, ma non è detto che non si possa procedere con ulteriori ricorsi. Il contratto dell’atleta ha valenza triennale, resta da capire se sussistano o meno le condizioni per procedere con la rescissione.
Non sarebbe una buona notizia per la compagine tedesca, che sta perdendo pure Tiesj Benoot per annullamento del contratto (da quanto trapelato nelle ultime ore anche lui non vede l’ora di andarsene). Se è vero che due indizi fanno una prova, forse in casa DSM tira davvero una brutta aria.
Foto: Team DSM/Patrick Brunt