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Eyob Faniel 3° a New York: “Emozione bellissima, un problema al piede quando mi hanno ripreso. 56 ore per arrivare negli USA”
Eyob Faniel ha incantato alla Maratona di New York, dove ha conquistato un pregevole terzo posto e ha riportato l’Italia sul podio maschile a ventiquattro anni di distanza dall’ultima volta (Stefano Baldini fu terzo nel 1997). Il primatista nazionale è stato semplicemente encomiabile nella Grande Mela, alla sua prima apparizione nella 42 km più iconica, famosa e prestigiosa del mondo. L’azzurro ha attaccato attorno all’undicesimo chilometro ed è rimasto in testa alla gara fino al trentesimo, riuscendo poi a conservare un piazzamento di lusso con un tempo decisamente ragguardevole (2h09:52) nella gara vinta dal keniano Albert Korir.
Il vicentino ha espresso tutta la sua soddisfazione attraverso i canali federali: “Una bellissima emozione, perché ormai era da mesi che mi allenavo con questo obiettivo ben preciso e adesso lo vedo realizzarsi. Fin dalla partenza ho avuto sensazioni buone e perciò ho deciso di fare la mia corsa, senza alcuna paura, anche se sapevo che c’era da soffrire. Ho cercato di sfruttare questa opportunità, visto che la preparazione era andata avanti in modo perfetto. Non ho voluto farmela scappare. Con il mio nuovo tecnico Claudio Berardelli, che dopo le Olimpiadi ha cominciato a seguirmi, non ho soltanto un allenatore ma anche un mental coach, e mi ha trasmesso positività”.
Eyob Faniel spiega cos’è successo quando è stato agganciato dai keniani Albert Korir e Kibiwott Kandie: “Ho tentato di rimanere attaccato a loro, però quando mi hanno ripreso ho avvertito un piccolo fastidio alla pianta del piede, ma l’ho gestito bene. Sapevo che Kandie era all’esordio e che avrebbe potuto subire un calo dopo 35 chilometri, credo quindi di essere riuscito a leggere la situazione e l’ho sorpassato di nuovo per prendermi il terzo posto. È il riscatto per quello che non sono riuscito a fare alle Olimpiadi. Mi ero preparato bene, ma lì non ho potuto dare il 100 per cento. Una sconfitta difficile da accettare, soprattutto perché non dipendeva dai miei errori. Allora ho deciso di mettermi a lavorare per prendermi quello che mi spettava. E riparto da qui per dimostrare quello che effettivamente valgo”.
L’azzurro ha anche spiegato l’odissea vissuta per giungere negli USA: “L’ultimo spostamento è stato molto complicato: ci avrei dovuto mettere 15 ore per arrivare a New York, però ce ne sono volute 56, più di due giorni, da martedì pomeriggio a venerdì. Sono rimasto bloccato in Kenya per problemi legati all’autorizzazione di ingresso in Usa e poi anche a Dubai dopo il successivo scalo. Mi ero quasi arreso, ma gli organizzatori della maratona hanno fatto di tutto per risolverli e alla fine sono partito anche per il secondo volo. Ho provato ad accettare queste disavventure, senza stressarmi. E ora sono davvero contento, soddisfatto per questo risultato che mi ripaga di tutto il lavoro svolto e mi fa dimenticare i sacrifici fatti per arrivare fino a qui”.
Foto: Comitato Organizzatore Maratona New York