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Oltre Cinquecerchi
Scacchi: Ian Nepomniachtchi, l’unico big ad avere un record positivo con Magnus Carlsen. La storia verso il Mondiale
Il motivo di maggiore attesa in relazione al match per il Campionato del Mondo di scacchi 2021 tra Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi è relativo a una particolare statistica che lega il norvegese al russo. Per meglio dire, in realtà, si dovrebbe utilizzare la relazione contraria, in quanto lo sfidante è l’unico dei big ad avere un record positivo, a cadenza classica, contro il campione in carica.
Quando i due contendenti si siederanno per la prima volta davanti alla scacchiera, venerdì 26 novembre, Nepomniachtchi si troverà avanti nei confronti a tempo di riflessione normale: ha infatti vinto 4 di essi, contro una vittoria di Carlsen e 8 patte. Ma andiamo a vedere com’è possibile che il numero 5 del mondo sia in tale situazione contro l’uomo che da 10 anni siede sul trono del leader e da 8 è Campione del Mondo.
Questa storia, in buona sostanza, comincia quando i due, che sono sostanzialmente coetanei (luglio 1990 per “Nepo”, novembre 1990 per lo scandinavo, che festeggerà i 31 anni nel giorno della quarta partita, il 30 novembre), disputavano i tornei junior. Avevano 12 anni, infatti, quando si incontrarono per la prima volta ai Campionati Europei Under 12. Si giocava a Peniscola, in Spagna, e fu il russo a vincere in 41 mosse, andando poi a vincere l’intera manifestazione per la seconda volta di fila (e nel 2000 aveva vinto tra gli Under 10). Poco tempo dopo, altro confronto ai Mondiali Under 12: stavolta fu patta in 35 mosse, ma Nepomniachtchi conquistò anche l’alloro iridato a Heraklion, in Grecia.
Il terzo confronto si giocò ancora in una manifestazione iridata, stavolta però Under 14, nel 2003 a Halkidiki, ancora in Grecia. E fu ancora vittoria del russo, che però questa volta non riuscì a fregiarsi del titolo. Passarono poi otto anni prima di rivederli uno di fronte all’altro a cadenza classica (nel frattempo si incontrarono un paio di volte ai Mondiali rapid 2010). Si passa al 2011, al supertorneo di Wijk aan Zee, in Olanda, che era già passato sotto la sponsorizzazione Tata Steel. Di nuovo fu Nepomniachtchi a vincere, dopo aver raggiunto un finale vinto di Torre contro Alfiere con il Nero. Pochi mesi dopo, patta al Memorial Tal, intitolato a uno dei più geniali e creativi Grandi Maestri che il mondo abbia mai conosciuto, Mikhail Tal, non a caso definito “il mago di Riga” e riconosciuto ancora oggi come il più grande giocatore d’attacco di sempre.
Dopo altre patte del 2017, tra Wijk aan Zee e Sinquefield Cup, ancora in quell’anno, al London Chess Classic, “Nepo” conseguì la quarta vittoria tra quelle citate, e per di più con il Nero. Carlsen sarebbe riuscito a “vendicarsi”, benché in minima parte, soltanto nel 2019, al torneo del Grand Chess Tour (GCT) di Zagabria, in Croazia, mostrando la sua usuale grande maestria nell’impostare il gioco con il Nero nella difesa Siciliana caratterizzata dalle mosse 1.e4 c5 2.Cf3 Cc6.
Dando però uno sguardo più ampio ai precedenti tra Carlsen e Nepomniachtchi, si scopre che il norvegese è complessivamente avanti. Questo in virtù delle 22 vittorie a 10, con 32 patte, occorse nelle sfide a tempo di riflessione rapido (dai 30 minuti a testa in giù, in sostanza). Molte tra queste partite si sono disputate nell’ultimo anno e mezzo, quando gli scacchi dal tavolino si sono trasferiti per buona misura via web al fine di continuare l’attività in tempo di pandemia. Tante le occasioni tra Magnus Carlsen Invitational, League of Chess e St. Louis Rapid & Blitz, che si sono presentate in maniera ideale.
Oggi il pronostico vede chiaramente favorito Carlsen, se non altro perché il livello di forza che conserva da tanto tempo può davvero iniziare a proiettarlo nella stessa lega di leggenda degli scacchi a cui appartiene, fra gli altri, un suo illustre grande mentore, Garry Kasparov. Nepomniachtchi, però, ha uno stile tutto suo, particolare: non ha paura di prendersi rischi, ed è per questo che potremmo vedere spettacolo a volontà. Considerando anche il ritorno alle 14 partite invece di 12, questo lo si può prendere come un incentivo in più: sarà fondamentale scoprire cosa farà “Nepo” quando mancherà qualche occasione, suo storico cruccio.
Foto: Lennart Ootes / FIDE