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Dakar 2022, svelato il percorso: 8385 km in Arabia Saudita

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Dall’1 al 14 gennaio, con dodici tappe da svolgere interamente in Arabia Saudita e un giorno di riposo: ecco la Dakar 2022, presentata da ASO (azienda promotrice dell’evento), per quanto riguarda la 44esima edizione della leggendaria “Corsa del Deserto”.

Un totale di 8375 km, di cui 4.258 km fatti di speciali e i restanti 4117 di trasferimento, in un viaggio – prologo di Jeddah (19 km) compreso – verso la gloria assoluta.

Da Al Artawiyah a Jeddah, passando anche per la capitale Riyadh, ma non solo: Al Dawadimi, Wadi Ad-Dawasir e Bisha.
“Ho cercato di fare un percorso equilibrato”, ha affermato direttore della Dakar Rally David Castera al sito specializzato motorsport.com (Spagna), “Ho salvato la più complicata per la fine, la tappa 11 per me è la più complicata, con molte dune. La chiave sarà la navigazione”.

Poi, parlando di un’importante novità regolamentare, che riguarda quei piloti che potranno rientrare in gara anche dopo guasti meccanici o incidenti, lottando per le singole vittorie di tappa, ma non per la classifica finale, ha aggiunto: “L’anno scorso lo abbiamo fatto con i dilettanti, ma quest’anno lo faremo anche con i top rider perché è una regola della Coppa del Mondo. Lo facciamo anche perché possano continuare con una penalità molto grossa e segnare comunque punti. Per il Campionato del Mondo puoi guadagnare punti alla fine della gara e anche ad ogni tappa. Con questo, vogliamo mantenere l’interesse per il campionato fino alla fine”.

Infine, sul fatto che la Dakar si tenga ancora una volta tutta in Arabia Saudita, non comprendendo altre nazioni, ha precisato: “Con tutto quello che è successo negli ultimi due anni, l’abbiamo rimandato, ma è ancora nei nostri pensieri. L‘Arabia Saudita rimarrà il paese principale, ma stiamo lavorando per espanderci fuori dal paese”.

“Non sono troppo triste perché abbiamo gli ingredienti, abbiamo il 60-70% di una nuova rotta. L’idea è di uscire dall’Arabia Saudita: ci stiamo ancora lavorando, ci vorranno altri due anni, ma per come siamo messi adesso è complicato attraversare il confine. È un sogno”.

Foto: Frederic Le Floch / LPS

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