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Formula 1

F1, il titolo di Max Verstappen è l’alba di una nuova era. La “new wave” incombe sul Circus

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Nella giornata di domenica 12 dicembre 2021 Max Verstappen si è laureato Campione del Mondo 2021 di F1 al termine di una stagione contorta e, a tratti, persino violenta. Il Mondiale più lungo di tutti i tempi, con ben 22 GP in calendario, si è alfine risolto in un’autentica finale, come da anni accade nel Campionato Nascar. Non certo attraverso il meccanismo dei “play-off” della serie stock car americana, bensì tramite una serie di situazioni che hanno portato l’olandese e Lewis Hamilton a pari punti al GP di Abu Dhabi. Tanto è stato detto, scritto e discusso in merito alle dinamiche che hanno portato a un’affermazione iridata di cui, però, è doveroso segnalare anche un aspetto temporale.

Verstappen è diventato il 34° pilota della storia a fregiarsi del ruolo di Campione del Mondo. È però il primo a essere venuto al mondo dopo il 1987. Non si tratta di un fatto banale, perché il successo iridato dell’olandese rappresenta un autentico ricambio generazionale al vertice del Circus, recentemente anestetizzato dal dominio di Hamilton. A ben guardare quanto avvenuto negli ultimi mesi ricorda molto quanto accaduto nel 2005.

Sedici anni fa il ventiquattrenne Fernando Alonso arpionò il titolo ponendo fine al regno del trentaseienne Michael Schumacher e della Ferrari, che si protraeva ormai ininterrottamente da cinque stagioni. Ieri pomeriggio il ventiquattrenne Verstappen ha conquistato l’Iride, deponendo il trentaseienne Lewis Hamilton, vincitore di sei degli ultimi sette Mondiali. La grossa differenza rispetto al 2005 è rappresentata dal fatto che all’epoca il tedesco abdicò dopo poche gare, handicappato da pneumatici Bridgestone incapaci di reggere il confronto con i Michelin, ben più efficaci con le singolari normative di quel momento storico. In questo 2021, invece, il britannico ha lottato come un leone sino all’ultimo giro.

Il successo dell’olandese annuncia l’avvento della new wave dei piloti nati nella seconda metà degli anni ’90. Il già citato Hamilton, Nico Rosberg e Sebastian Vettel, ovvero i vincitori di 12 dei 13 Mondiali disputati dal 2008 al 2020, sono nati tra il 1985 e il 1987. L’unica corona sfuggita a questo terzetto è andata al figlio del 1980 Jenson Button. Il britannico e i due tedeschi sono l’emblema di una generazione capace di cominciare a macinare titoli dal proprio 23° compleanno, dominando la scena sino alle 35 primavere. Ora è arrivato Super Max, l’uomo del cambio della guardia, poiché sta traghettando la Formula Uno verso una nuova epoca, caratterizzata da volti nuovi al vertice.

L’impressione è che Verstappen, classe 1997, sia solo il capostipite di una nidiata di cui fanno parte anche Charles Leclerc (1997), George Russell (1998) e Lando Norris (1999), tutti ritenuti potenziali Campioni del Mondo nel prossimo futuro. Cionondimeno, non bisogna dimenticare come Max abbia esordito in F1 ben prima rispetto agli altri tre. Lui ha infatti messo piede nel Circus addirittura nel 2015, a differenza del monegasco (2018) e dei due britannici (entrambi nel 2019). È dunque il pilota agonisticamente più maturo della sua generazione, avendo letteralmente bruciato le tappe.

Il 2022 sarà un anno di rivoluzione tecnica, ma la sensazione è che non cambieranno solo le vetture, bensì anche gli uomini destinati a giocarsi il Mondiale. Il prossimo trentasettenne Hamilton sarà in grado di fronteggiare un’ondata di giovani rampanti e ambiziosi, dovendo peraltro fare i conti con uno di essi proprio in Mercedes? Forse non è un caso che gli anni ’90 comincino il loro dominio proprio in concomitanza del ritiro di Kimi Räikkönen, l’ultimo dei piloti anagraficamente nati negli anni ’70. Insomma, il presentimento è quello di essere all’alba di una nuova epoca, il cui primo monarca è, da ieri, Re Max I.

Foto: La Presse

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