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Gianni Moscon: “Penso già alla prossima Roubaix, farò tutte le classifiche fino alla Liegi. Bad boy? Ci resto male”

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Gianni Moscon non è il tipo che si perde in parole (“poche parole ma tanti fatti” è uno dei suoi motti, ndr), ma si affida agli obiettivi da centrare e per le prossime due stagioni lo farà con i “celesti” dell’Astana di Beppe Martinelli, una squadra che gli dà fiducia. Lo hanno scelto per tenerselo stretto nei prossimi anni e gli daranno i gradi di capitano per le classiche per cui è nato. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente ad Altea, in Spagna, dove è in ritiro con la squadra per preparare al meglio la prossima stagione.

Il problema al cuore sembra oramai alle spalle… 

“Sì, esatto, abbiamo fatto tutti gli accertamenti del caso e non ci sono problemi. Si procede.” 

Dopo sei anni nel gruppo Sky-Ineos inizia per te una nuova avventura. Che cosa ti porti dietro da questa esperienza in una delle squadre più apprezzate e meticolose?

“Tanta esperienza sicuramente. Sono stati anni in cui ho imparato molto correndo anche al fianco di grandi capitani. Mi porto dietro anche tante soddisfazioni personali e di squadra. Dopo sei anni però sentivo l’esigenza di cambiare, trovare nuovi ambienti e stimoli.” 

Nella tua nuova avventura con l’Astana ti porti dietro anche un amico e compagno, Leonardo Basso… 

“Sì, assolutamente. Penso che Leonardo sia un valore aggiunto e rende il tutto più facile. Continuare a correre insieme è, per entrambi, un punto di forza.” 

Dopo la Roubaix per quanti giorni hai fatto fatica a dormire?

“Ho dormito sempre, ma è chiaro che ci pensi spesso. Bisogna però rassegnarsi di fronte a quello che è successo e pensare già alla prossima. E’ andata così non ci posso fare niente, davanti alla sfortuna ci si può fare ben poco.”

Il fatto che l’abbia vinto un italiano ti ha consolato o non ha lenito la ferita?

“Sicuramente il fatto che l’abbia vinta Sonny mi ha fatto piacere, è stato meno amaro.” 

Dopo la corsa hai scritto sui tuoi profili social “mi toccherà ritornarci in quest’Inferno. Bisogna riprovare.” E’ una corsa che metterai nel mirino il prossimo anno?

“Assolutamente sì, è una delle corse in programma.” 

Sei uno dei pochissimi corridori potenzialmente in grado di vincere tutte le Classiche Monumento. Oltre alla Roubaix su quali punterai nel 2022?

“Il mio programma prevede tutte le Classiche fino alla Liegi, quindi ci proveremo sempre.” 

E la stagione da dove comincerà?

“Dalla Volta ao Algarve a metà febbraio.” 

Hai firmato un biennale con l’Astana: è l’ambiente giusto per esplodere definitivamente?

“Spero di sì, sono qui apposta.” 

Cosa vorresti ottenere in maglia celeste?

“Vorrei ottenere tante vittorie e risultati importanti. E’ una squadra che mi ha dato fiducia e vorrei ripagarli.” 

Parlando invece del Mondiale in Australia, pensi di poter avere un ruolo importante?

“Sinceramente non ho ancora visto il percorso, ci penserò eventualmente più avanti, dopo il Tour de France.” 

Chi ha davvero sempre creduto in te è Davide Cassani: che rapporto avete?

“Un ottimo rapporto. Ha sempre creduto in me ed è riuscito a tirare fuori il meglio di me ogni volta in cui indossavo la maglia della Nazionale.” 

Che Italia sarà con Bennati?

“Ho corso insieme a Benna al Mondiale di Bergen nel 2017. Ha grande esperienza in gruppo oltre ad aver vinto molto. Credo che Daniele sfrutterà questo suo background anche perché conosce bene i corridori. L’Italia poi si è sempre distinta per essere un grande gruppo oltre ai vari risultati.” 

A lungo sei stato dipinto come un “bad boy” per alcuni episodi del passato. Ti ha fatto male? E quale pensi sia ora la considerazione che il gruppo ha nei tuoi confronti?

“Sinceramente un po’ mi ha fatto male. Dispiace perché passa sempre un’immagine diversa dalla realtà, nessuno mi ha mai conosciuto personalmente. I giornalisti poi possono raccontare i fatti un po’ come vogliono. Le circostanze non sono state a mio favore, come per esempio essere in una grande squadra in cui c’era grande attenzione mediatica, e quindi ogni occasione era buona per attaccare me o la squadra. Adesso si volta pagina, sono sereno e quando torno a casa chiudo la porta e i problemi restano fuori. Questa è per me la cosa che più conta.” 

Foto: Lapresse

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