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Sochi 2014
Sochi 2014: Fontana, una scossa sull’Olimpiade azzurra
Ci voleva. Dopo i quarti posti di ieri, seppur ben oltre le aspettative, l’Italia aveva bisogno di una medaglia fondamentale per il morale dell’intera spedizione. Il podio di Arianna Fontana nei 500 metri di short track era uno dei più attesi alla vigilia: la 23enne valtellinese non ha deluso le aspettative. E’ chiaro che resta il grande rammarico di non aver assistito ad una finale regolare, dove forse l’azzurra avrebbe potuto vincere. Con l’assenza della fuoriclasse Meng Wang e l’eliminazione in semifinale di Fan Ke Xin, Arianna era di gran lunga la migliore delle quattro finaliste. Purtroppo non ha potuto dimostrarlo, stesa alla seconda curva dalla scorretta britannica Christie, la cui squalifica non lenisce una ferita aperta. Alla fine l’argento resta un risultato straordinario: 3 medaglie in 3 Olimpiadi testimoniano la grandezza della Fontana, cui tuttavia serve l’oro per consacrarsi definitivamente anche tra le più grandi di sempre a livello planetario. Ci proverà nei 1000 e nei 1500 metri, distanze su cui è migliorata molto nel corso degli anni e dove potrà gareggiare con la mente libera per aver già un argento in carniere. Molte nazionali hanno uno-due fuoriclasse capaci da soli di imprimere un marchio indelebile alla spedizione olimpica, magari a suon di medaglie. Pensiamo ad esempio a Fourcade per la Francia, Maze per la Slovenia, Kowalczyk per la Polonia, etc. E se l’Italia avesse trovato la sua trascinatrice in Arianna Fontana?
Per Lukas Hofer l’ultimo poligono è diventato ormai una maledizione (clicca qui per analizzare tutti gli eventi in cui ha gettato via occasioni importanti all’ultimo sparo). E’ evidente che ormai il problema risiede nella testa dell’atleta e questo, duole ammetterlo, è ciò che fa la differenza tra i grandi campioni e gli atleti più che discreti ai massimi livelli. L’altoatesino va elogiato per l’onestà dimostrata: “Mi è tremato il braccio“, ha ammesso. Lasciamo agli psicologi dello sport il compito di trovare una soluzione. Di certo, finché questo fardello non sarà debellato, concorrere per le medaglie risulterà arduo.
Nel team eventi di slittino, infine, come da pronostico l’Italia è rimasta fuori dal podio. Un esito pronosticabile analizzando le prestazioni dei giorni scorsi. Tutti gli azzurri, compreso lo stesso Armin Zoeggeler, per l’intera l’Olimpiade hanno potuto contare su materiali inferiori rispetto a quelli di Germania e Russia, ma anche di Canada e Lettonia. E’ ormai un problema annoso: con le alte temperature, le slitte italiane non vanno. Per risolverlo, servirebbe una pista dove poter effettuare test, ma è noto come ormai il budello di Cesana sia in stato di abbandono. Così i nostri atleti sono costretti a prepararsi a secco per tutta l’estate, per poi vedere il ghiaccio solo ad ottobre, ovviamente in costose trasferte all’estero. Di conseguenza, spesso i materiali vengono provati anche durante le stesse prove che precedono le gare! Pensate invece alle piste di cui dispongono Germania (Koenigssee, Altenberg, Oberhof e Winterberg), Russia (Paramonovo e ora Sochi), Lettonia (Sigulda), Canada (Calgary e Whistler Mountain) e Usa (Part City e Lake Placid). Il confronto è impietoso. In queste condizioni, i risultai raggiunti dai nostri slittinisti costituiscono il più classico dei ‘miracoli all’italiana’.
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federico.militello@olimpiazzurra.com
NunzioV
13 Febbraio 2014 at 20:46
I nostri stanno lottando con onore ed è questo l’importante. Anche se non arrivano le medaglie vedere che gli azzurri sono della partita è comunque una gran bella soddisfazione.
Per gli amanti delle statistiche siamo alla terza medaglia e siamo ancora a metà della prima settimana, siamo saliti sul podio nelle tre gare ampiamente pronosticate alla vigilia, perciò siamo in linea con le aspettative.
Sinceramente non vedo i disastri proclamati a gran voce da alcuni.
Buona olimpiade a tutti!