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ATP Cup 2022, Italia: ora il girone è più difficile? Francia più forte dell’Austria, ma la Russia…

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Le tante defezioni dell’ultimo minuto hanno stravolto la ATP Cup 2022, la competizione per Nazionali che andrà in scena a Sydney (Australia) dal 1° al 9 gennaio. Il girone in cui è inserita l’Italia è stato letteralmente rivoluzionato e ha decisamente cambiato i connotati: l’Austria ha dovuto dare forfait a causa delle assenze di Dominic Thiem e Dennis Novak, venendo così sostituita dalla Francia; la Russia ha perso Andrey Rublev (causa positività al Covid-19) e Aslan Karatsev, restando aggrappata al fuoriclasse Daniil Medvedev; il quadro è completato dall’Australia, che per il momento è annunciata con la formazione tipo.

Il raggruppamento è più difficile per l’Italia? La Russia è indubbiamente decimata: Medvedev, numero 2 del ranking ATP e vincitore degli ultimi US Open, ha trascinato la Nazionale al trionfo nell’ultima Coppa Davis e nella passata edizione della ATP Cup (battendo proprio gli azzurri in finale) ma i suoi compagni non sono certo dei colossi. Roman Safiullin e Evgeny Karvloskiy sono rispettivamente numero 167 e 269 al mondo: in sostanza il secondo singolarista è decisamente debole e il doppio è tutto da costruire.

ATP Cup 2022, cambia la Russia per la sfida all’Italia. C’è Medvedev, ma che incognite primo singolarista e doppio

In questa situazione Jannik Sinner parte nettamente favorito contro il secondo russo, mentre Matteo Berrettini dovrà cercare il colpaccio contro Medvedev, ma il doppio tricolore può essere superiore. La Francia è invece più pericolosa dell’Austria: Ugo Humbert e Arthur Rinderknech sono temibili, anche se i nostri singolaristi sono decisamente più quotati e il doppio transalpino non è quello di punta (Mahut ed Herbert sono assenti). Da non sottovalutare l’Australia perché i padroni di casa potranno comunque contare sui quotati de Minaur e Duckworth, rivali da prendere con le pinze. L’Italia ha comunque tutte le carte in regola per vincere il girone e qualificarsi alle semifinali, ma chiaramente la storia si fa in campo.

Foto: Claudio Benedetto – LPS

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