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Sci alpino, Giuliano Razzoli: da Wengen a Wengen. Un podio atteso sei anni. E la classifica di slalom…

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Lo sci alpino regala ai tifosi italiani una domenica da capogiro! Dopo la vittoria di Federica Brignone nel superG di Zauchensee lo slalom più pazzo dell’anno celebra il ritorno sul podio dello stoico Giuliano Razzoli, a sei anni di distanza dalla piazza d’onore conquistata proprio a Wengen.

Una carriera costellata di gioie indescrivibili e momenti bui quella del reggiano classe ’84 che nelle ultime due stagioni è tornato a ruggire scalando le gerarchie dei pali snodabili. Le qualità tecniche del “Razzo” sono indiscusse, ma pochi si sarebbero attesi una crescita esponenziale di questo tipo alla veneranda età di 37 anni in una disciplina che, più delle altre, presenta il conto ai “vecchietti” con l’avanzare delle primavere.

Nel 2016 Giuliano si era rotto il crociato nello slalom di Kitzbuehel una settimana dopo il secondo posto sulla Lauberhorn e la sua carriera sembrava destinata a percorrere una parabola discendente. Il grave infortunio inoltre fu propiziato all’epoca da una tracciatura sconsiderata come riportò lo stesso Razzoli il giorno dopo la gara: “Spesso pensano solo allo spettacolo, ma era così divertente la prima manche?”.

VIDEO Giuliano Razzoli 3° nello slalom di Wengen: podio dopo 6 anni, riviviamo la gara dell’azzurro

Il lungo stop ha causato strascichi anche dopo il rientro nel massimo circuito dell’azzurro, spesso incapace di qualificarsi a causa di pettorali altissimi. Lo scorso inverno la musica è cambiata, sono arrivati alcuni risultati di peso ma la grande competitività che regna tra i rapid-gates ha comunque precluso al “Razzo”  la possibilità di centrare la super prestazione.

Il terzo posto odierno celebra finalmente il ritorno di Razzoli nell’Olimpo della disciplina e la quarta top10 di fila testimonia la grande costanza dello slalomista, in piena lotta per la corsa al globo di cristallo. Non sarà facile replicare il miracolo di Vancouver nell’imminente rassegna a cinque cerchi ciononostante, dato il momento di forma eccezionale, non dobbiamo porre limiti alla provvidenza.

Foto: Lapresse

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