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Australian Open 2022: il sequestro di materiale a sostegno di Peng Shuai fa discutere
Ancora una volta gli Australian Open si scontrano con un tema particolarmente pesante da affrontare. In quest’occasione, però, il problema è legato a Peng Shuai, che è da tempo al centro di una vicenda di sparizione con serie di ricomparse che appaiono per la maggior parte frutto di un tentativo artificioso di rassicurare sulle sue condizioni. Il tutto a seguito di un post sul social cinese Weibo in cui lanciava accuse molto precise a uno degli ex membri del Partito Comunista cinese più importanti, Zhang Gaoli.
A Melbourne, in particolare, alcuni spettatori sono stati costretti a togliersi le maglie con l’ormai celebre “Where is Peng Shuai?”, e in un filmato si vede anche uno striscione nelle mani della polizia, che peraltro è stata di supporto rispetto alla decisione presa dall’organizzazione, che vieta la diffusione di messaggi di tipo politico nella sua policy d’ingresso ai campi.
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Restano da chiedere, in questa fattispecie, le ragioni che portano a definire politica la richieste in merito allo stato di una che fino a neanche troppo tempo fa camminava per gli stessi viali di Melbourne Park, e che veniva applaudita ed apprezzata dagli spettatori dei suoi match, tanto di singolare quanto di quel doppio di cui è stata leader mondiale. Del resto, l’hashtag con la citata frase ha smesso
Tra i giocatori, a farsi sentire con forza è ancora Nicolas Mahut, che con il suo torneo WTA 125 nel mese di dicembre ha lanciato un importante messaggio invitando Peng Shuai a premiare la vincitrice, un appello rimasto senza risposta per ovvie ragioni. Il suo messaggio è del tutto chiaro: “Ma che succede? Quanta mancanza di coraggio! Cosa fareste se non aveste lo sponsor cinese 1573? Oltre il deluso“.
What’s going on!? What lack of courage! What if you did not have Chinese sponsors #1573 #beyonddisappointed https://t.co/QghLVm8nKF
— Nico Mahut (@nmahut) January 23, 2022
Foto: Mai Groves / Shutterstock.com