Pattinaggio Artistico
Pattinaggio artistico, Daniel Grassl: “Ho un obiettivo per Pechino 2022. In futuro devo scegliere quanti quadrupli inserire”
Da Merano a Pechino 2022. Si sta per coronare il sogno di Daniel Grassl, atleta di punta della Nazionale italiana di pattinaggio artistico pronto ad affrontare per la prima volta in carriera i Giochi Olimpici Invernali, in scena nella Capitale cinese dal 3 al 20 febbraio 2022.
Un appuntamento fondamentale arrivato proprio nella stagione dell’exploit definitivo. In cinque delle competizioni internazionali a cui ha partecipato fino a questo momento, il pattinatore delle Fiamme Oro seguito da Lorenzo Magri e stanziato a Egna presso la Young Goose Academy ha centrato infatti il podio in ben quattro occasioni, segnando due prime volte notevoli, ovvero il terzo posto alla terza tappa del Grand Prix svolta a Torino e, soprattutto, la medaglia d’argento conquistata ai Campionati Europei di Tallinn (Estonia) dopo una splendida rimonta dalla quinta piazza.
Risultati oltremodo significativi, raggiunti snocciolando la bellezza di tre quadrupli diversi nel libero – lutz, flip e loop – e sfoggiando una crescita in termini artistici importante e non scontata.
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Abbiamo intercettato Daniel Grassl pochi giorni prima della sua partenza per Pechino, cercando di catturare le sue sensazioni in vista del grande evento, arrivato dopo quattro anni di lavoro e sacrificio.
Daniel, ormai è trascorso qualche giorno dalla tua medaglia d’argento conquistata agli Europei. Quali sono le tue sensazioni dopo un’impresa così importante?
“Sono veramente felice, ho lavorato molto per raggiungere questo obiettivo, fissato in realtà all’inizio di questa stagione. Cercavo il riscatto dopo aver perso la top3 due anni fa a Graz per pochissimi punti“.
Tra l’altro non è stata una gara semplice. Nello short infatti il pannello tecnico ti ha assegnato una chiamata di filo non chiaro nel quadruplo lutz, qualcosa di quasi inedito per te. Questo fatto ti ha in qualche modo preoccupato?
“È stato difficile da affrontare perché non ho mai preso la chiamata nel lutz, di solito la prendo sempre sul flip. Avevo quindi molta paura di perdere qualcosa in termini di punti con il GOE nel libero. Alla fine fortunatamente quanto accaduto nello short non ha influito sul risultato finale. Il mio timore era quello di mancare di nuovo il podio per pochi centesimi come successe a Graz, quindi da questa chiamata ho preso forza, energia e ho eseguito un segmento lungo pulito per dimostrare chi sono“.
La tua crescita artistica, oltre che tecnica, è innegabile. Ad ogni competizione infatti si vede sempre di più la tua mano, il tuo stile, la tua personalità. Hai cambiato qualcosa nel tuo modo di lavorare?
“Diciamo che ci sto lavorando con più intensità, soprattutto da quando ho delle musiche più classiche come quest’anno; gara dopo gara i programmi funzionano sempre più. All’inizio erano delle musiche difficili per me che non sentivo sicure al 100%, ma dopo Torino le ho sentite veramente mie, quindi ho sempre lavorato tantissimo sulle coreografie, prima degli Europei poi è arrivato il mio coreografo Benoit Richaud e abbiamo curato maggiormente i dettagli. Il libero ancora non lo pattino al 100%, in allenamento lo interpreto meglio, con più energia e ancora in gara penso di più alla componente tecnica. Lo short invece da questo punto di vista è più completo“.
E come mai proprio la celeberrima “I Don’t Want to Miss a Thing” degli Aerosmith come pezzo finale?
“L’idea è arrivata da Benoit, all’inizio pensavamo di fare un programma solo con le musiche di Interstellar, poi ci siamo accorti che serviva più energia verso la fine, quindi è arrivata questa musica tratta da Armageddon che ha un piglio molto forte verso il pubblico“.
Daniel, immaginiamo che per Pechino 2022 il layout resterà immutato. Possiamo aspettarci dei cambiamenti magari guardando ai Mondiali di Montpellier?
“Esatto, questa stagione voglio andare sul sicuro e presentare al meglio quello per cui ho lavorato in questi quattro anni. Dal prossimo anno sicuramente inserirò due quadrupli nel corto, per il libero ancora non sono sicuro. Potrei partire a inizio stagione mettendone tre e poi aggiungerli nel corso dei mesi. Per i Mondiali non so davvero, potrei inserire già qualcosa ma molto dipenderà da questa Olimpiade, da come mi sentirò dopo un’emozione così grande“.
A proposito di Olimpiadi, stai per coronare il sogno di ogni atleta. Cosa ti aspetti dalla tua prima rassegna a cinque cerchi?
“È il mio sogno fin da piccolo, esserci ripaga tutto il lavoro e tutti i sacrifici che ho fatto negli ultimi anni. Credo non sarà come al solito per via delle restrizioni anti-Covid, ma immagino un villaggio grandissimo, con i cinque cerchi ovunque. Sono anche molto emozionato di fare la cerimonia d’apertura, essere lì sarà bellissimo“.
Qual è il tuo primo ricordo olimpico? Hai altri momenti della tua vita che ricolleghi alle Olimpiadi?
“Credo sempre a Pechino, nello specifico alle Olimpiadi estive del 2008, e ricordo che vidi in televisione la cerimonia d’apertura. Poi chiaramente impossibile non citare il bronzo di Carolina Kostner nel 2014 a Sochi”
Parlando della gara, ti sei posto degli obiettivi in particolare?
“Voglio godermi ogni singolo momento, fare tutto ciò che posso per arrivare veramente preparato alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026; il mio obiettivo è fare dei programmi al massimo delle possibilità e dare emozioni al pubblico che purtroppo non ci sarà ma ci guarderà collegato dalla televisione. Sarebbe bellissimo arrivare anche tra i primi dieci, spero di riuscire a ottenere questo risultato“.
E nella super sfida tra Nathan Chen e Yuzuru Hanyu chi vedi favorito?
“Sarà un duello bellissimo. Chen è tre volte campione mondiale, Yuzuru Hanyu due volte campione olimpico; in questo quadriennio l’ha sempre spuntata Nathan Chen, motivo pe cui probabilmente avrà forse un pizzico di pressione in più. Sono infine curioso sul layout che proporrà Hanyu, se tenterà il quadruplo axel o punterà a qualcosa di più sicuro per battere il diretto avversario.
Foto: LaPresse