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Sci alpino, è iniziata l’era di Clement Noel? Il francese si ritrova al momento giusto e può aprire un ciclo

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Un Clement Noel sugli scudi regala al popolo francese la gioia dell’oro 16 anni dopo l’ultimo acuto olimpico. Il gradino più alto del podio nello sci alpino, considerando ambedue i settori maschile e femminile, mancava nelle bacheche d’oltralpe da Torino 2006 quando la seconda linea Antoine Dénériaz si impose in discesa.

Alla vigilia tutte le fiches del movimento blue erano puntate su Alexis Pinturault, nonostante il veterano attraversasse una stagione sottotono. Il detentore del globo di cristallo ha fallito l’obiettivo in combinata, facendo il paio con la debacle in gigante della quotata connazionale Tessa Worley.

Ci ha pensato proprio Clement Noel a togliere le castagne dal fuoco in extremis regalando ai transalpini una medaglia a suo modo storica. Lo slalomista di Remiremont è forse il talento più luminoso di questa era, degnissimo seguace dei fenomenali conterranei Jean-Baptiste Grange e Julien Lizeroux e forse provvisto di un potenziale ancora maggiore.

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Approdato in Coppa del Mondo quattro anni fa il Campione iridato Juniores (Davos 2018) è stato in grado di archiviare già dieci vittorie nel massimo circuito intercontinentale arricchendo il bottino con cinque secondi e due terzi posti. In una disciplina caratterizzata dall’uniformità di livello nelle ultime stagioni Noel si è rivelato tra gli atleti più costanti del lotto, sopravanzando nei pronostici gente come Henrik Kristoffersen e lo stesso Pinturault.

Il futuro dei pali snodabili è tutto dalla sua parte e l’alloro olimpico non può che innalzare ulteriormente le ambizioni di Noel. Giovani leve interessanti non mancano (basti citare lo svedese Kristoffer Jakobsen ed il nostro Alex Vinatzer), ciò che proietta il francese un passo avanti alla concorrenza è la miglior interpretazione delle varie fasi di gara: in slalom, più che nelle altre specialità, la freddezza mentale può fare davvero la differenza.

Foto: Lapresse

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