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Tennis, Carlos Alcaraz fa paura: giocatore completo e precocità rara
Carlos Alcaraz, “l’ammazza-italiani”. Lo possiamo definire così il classe 2003 spagnolo che nell’ATP500 di Rio de Janeiro ha dato una nuova dimostrazione delle sue qualità.
L’allievo di Juan Carlos Ferrero si è imposto in 24 ore contro Matteo Berrettini (n.6 del mondo) e Fabio Fognini, guadagnando la Finale sulla terra rossa brasiliana e diventando il secondo tennista di sempre a staccare il biglietto per l’ultimo atto in un torneo di questa tipologia: 18 anni e 9 mesi per Alcaraz, preceduto solo dal canadese Felix Auger-Aliassime (18 anni e 6 mesi).
???? Tenistas más jóvenes en alcanzar la final de un torneo ATP 500 (2009-2022):
???????? Félix Auger-Aliassime (18y 6m)
???????? CARLOS ALCARAZ (18y 9m) [@RioOpenOficial, 2022]
???????? Alexander Zverev (19y 1m)
???????? Alex De Minaur (19y 5m)
???????? Stefanos Tsitsipas (19y 8m)
???????? Jannik Sinner (19y 11m) pic.twitter.com/J6TpyvOfjA— Ariel Fernández (@AFD7L) February 20, 2022
A questo dato vanno aggiunte altre due notazioni: considerando il successo contro Berrettini, per Alcaraz si tratta del quarto successo contro un top-10; aggiudicandosi il titolo a Rio, l’iberico potrebbe diventare a partire da lunedì n.20 ATP. Un traguardo pazzesco vista la giovane età.
Ciò che colpisce del ragazzo sono le qualità tennistiche complete. Lo spagnolo, salvo alcuni passaggi a vuoto fisiologici in termini di concentrazione, ha un gioco in cui emergono capacità a tutto campo: grandi soluzioni da fondo; servizio potente e non; gioco vario quando serve; discese a reti risolutive. In altre parole, per il futuro questo sembra il profilo di un predestinato.
Foto: LaPresse