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L’attacco della Russia blocca il campionato in Ucraina. Roberto De Zerbi: “Potevamo tornare a casa, ma abbiamo aspettato”

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Un buongiorno da dimenticare per il mondo intero. La notizia dell’attacco della Russia all’Ucraina, con i vari bombardamenti, è rimbalzata ovviamente per tutto il globo e ha scosso tutti.

Anche lo sport è costretto a fermarsi in una situazione simile: la Federcalcio ucraina ha infatti comunicato in mattinata la sospensione del campionato a data da destinarsi (dopo lo stop invernale la ripresa sarebbe stata proprio nel week-end).

In Italia c’è preoccupazione per la situazione di Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar Donetsk, e del suo staff (il vice allenatore Davide Possanzini, l’allenatore dei portieri Giorgio Bianchi, i preparatori Vincenzo Teresa, Agostino Tibaudi e Marcattilio Marcattili e gli assistenti Michele Cavalli e Paolo Bianco). Rientrati dal ritiro in Turchia, sono rimasti tutti bloccati in Ucraina e non hanno modo di tornare nel Bel Paese.

Le parole di De Zerbi a Italpress: “Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che é successo col Donbass…però non mi sono mosso, perché io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono… Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff…Potevamo tornare a casa almeno fino a quando ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato. Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni. Stamattina hanno sospeso il campionato e dalle finestre dell’hotel Opera abbiamo visto file di auto che si muovevano, credo stiano andando in Polonia. L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene così. E alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui: non credo almeno per ora che siamo a rischio, sono venuto qui per fare sport, davvero, e mi armo di pazienza”.

Foto: Lapresse

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