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Tennis, Laura Golarsa: “Troppi guru, Sinner ha l’ambizione per diventare n.1 e sa cosa gli serve”
Quale sarà la ricetta migliore? Il tempo ce lo dirà. Fa discutere la scelta di Jannik Sinner di aver lasciato Riccardo Piatti e di aver optato per un tecnico di minor esperienza, ma comunque di competenza come Simone Vagnozzi, che ha nel suo curriculum le gestioni di Marco Cecchinato e di Stefano Travaglia.
L’altoatesino ha deciso di cambiare dopo sette anni di vita condivisa in tutto e per tutto con Piatti per avere una gestione del suo percorso diverso, sia da un punto di vista personale che tecnico. Sinner, probabilmente, ha compreso che più di quello che aveva avuto dalla gestione con il citato Piatti non poteva e allora è arrivato il momento di cambiare.
L’idea è chiara: arricchire il bagaglio tecnico di alcuni colpi in più che possono consentirgli di avere maggiori chance al cospetto di tennisti di altissimo livello. Il rendimento negativo con chi è avanti a lui in classifica è evidente e per questo Jannik ha preso questa decisione.
Non tutti però sono concordi e tra questi un coach di fama internazionale come il francese Patrick Mouratoglou. Il coach transalpino è dell’idea che un giocatore come l’altoatesino debba affinare le sue qualità e puntare al successo sulla base del proprio istinto, non andando ad alterare un delicato equilibrio. Da questo punto di vista il paragone con Andre Agassi.
A tali considerazioni ha risposto Laura Golarsa, ex giocatrice di alto livello e a capo di un Academy nota (oltre che nota commentatrice tecnica di Sky Sport), favorevole alla scelta del giovane tennista nostrano.
IL POST DI LAURA GOLARSA SU FACEBOOK
“Purtroppo il mondo dello sport è fatto di guru che hanno intrecciato il percorso con grandi giocatori prendendosi la loro parte di gloria. La verità è che pochi sanno formare giocatori e davvero sanno cosa fare come coach, lo dico da giocatrice e dopo 20 anni che giro come coach posso dire che ne ho visto pochi dì Coach davvero competenti. La fortuna di Sinner è l’ambizione a diventare numero 1 e la testa per pensare a cosa gli serve per raggiungere l’obiettivo. Tutti hanno fretta e pensano che si diventi così per caso, vi ricordate Nadal prima maniera? Rovescio e volee inesistenti, ha vinto Melbourne andando a rete! Così Wilander negli anni 80’ divenne numero uno con il back di rovescio attaccando Lendl agli Us Open che lo videro celebrare la prima posizione al mondo. Sinner è ancora in fase si formazione è giovanissimo, non si nasce solo con il diritto e il rovescio, un bravo coach ti sviluppa tutto il gioco in età dì formazione se sa cosa deve raggiungere. Alcaraz è molto più avanti dì Jannik dal punto dì vista della completezza. Si Sinner talento pazzesco, avrebbe dovuto lavorare prima e meglio su questi aspetti, ma diciamolo nessuno si è preoccupato dì lui fino al challenger dì Bergamo! E poi tutti sul carretto…. Per fortuna la sua motivazione e la sua testa, il vero colpo in più, l’hanno portato a voler migliorare con il lavoro quei particolari che faranno la differenza, gli hanno dato il coraggio dì uscire da una zona dì comfort perché ha capito che gli serviva altro. Lo sport è un lavoro e come tale va affrontato, ci vuole ormai uno studio dì tutto ciò che serve , non basta la panchina del volemoce bene. Federer prima maniera giocava solo rovescio in back sarebbe finito con l’arrivo dì Nadal negli anni 2000. Per fortuna Sinner sa cosa deve affinare per avere quella soluzione più verticale che gli serve quando i primi 10 lo rimettono sempre nello scambio e lui fatica a sfondare non a caso indoor ha meno problemi, ma all’aperto le varianti sono maggiori. Buon lavoro Jannik la strada è ancora lunga e il lavoro da fare tantissimo per chi lo vede“.
A questo punto sarà il campo a parlare e a dire chi avrà avuto ragione.
Foto: LaPresse