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MotoGP, che cos’è la soluzione tecnica della Ducati che i team vogliono bandire dal Mondiale 2023
Genio sicuro, ma sregolatezza? Parliamone. Il primo round del Mondiale 2022 di MotoGP ha preso il via quest’oggi in Qatar con le prime prove libere in programma. Sul circuito di Losail si lavorerà alacremente per arrivare pronti nelle qualifiche del sabato e nella gara domenicale.
Ducati, da questo punto di vista, ha obiettivi ambiziosi. La GP22 ha seguito in tutto e per tutto la filosofia tecnica dei modelli precedenti e dopo tante soluzioni all’avanguardia, Gigi Dall’Igna e il suo staff hanno introdotto sulla nuova moto di Borgo Panigale una novità importante.
Ci si riferisce all’abbassatore anteriore che la Rossa aveva già a sua disposizione sul posteriore e ora ha trasferito anche sul davanti. E dunque, dopo il noto holeshot (ovvero un dispositivo che consente di abbassare la sospensione posteriore della moto per facilitare partenze e accelerazione vista l’abbassamento del centro di gravità), si è pensato a questa modifica definita “ride hide device“, che viene azionata attraverso l’uso di un pulsante sul cruscotto per dare ulteriore stabilità e prestazione alla moto.
Colte alla sprovvista, le scuderie rivali si sono messe di traverso rispetto a tale realizzazione, parlando di sicurezza e di costi. Ieri, nel corso della riunione della MSMA tra i rappresentati dei costruttori, le contestazioni si sono evidenziate. Il responso? Per ora si prosegue e in vista del 2023 la Grand Prix Commission dovrà prendere una decisione. Vedremo a questo punto se i team avversari di Ducati cercheranno di “copiare” questo particolare.
Foto: MotoGP.com Press