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Rugby, Pierre Bruno: “Vogliamo vincere e far dimenticare il passato. Crowley responsabilizza tutti”

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Ha esordito nel Sei Nazioni all’Aviva Stadium di Dublino, ma per Pierre Bruno è stato un esordio amaro. L’espulsione di Faiva lo ha tenuto in campo solo 20 minuti, ma la forte ala delle Zebre è convinto che lui e la squadra avranno occasione di togliersi soddisfazioni con il nuovo corso di Kieran Crowley. Ecco le sue parole ad OA Sport.

Pierre, hai esordito con l’Italia lo scorso novembre contro l’Uruguay, segnando subito una meta. Più sfortunata la tua seconda apparizione, con l’espulsione di Faiva che ha obbligato Crowley a sostituirti dopo 20 minuti di gioco. Ma al di là di quel che è successo in campo, come hai vissuto questi primi mesi da azzurro?

“Diciamo bene, dai. L’esordio è stato bellissimo. In casa, con famigliari, amici, a Parma, cioè dove gioco con il mio club. Poi il lungo raduno in questo Sei Nazioni è bello, c’è una buona atmosfera con i ragazzi. Giocare nel Sei Nazioni all’Aviva Stadium è comunque stato bellissimo, un’emozione incredibile anche se ho giocato solo 20 minuti. Certo, non è andata bene per me, per cose che non potevo comandare, né per la squadra, ma devo definirla una bellissima esperienza nonostante tutto”.

Che ambiente hai trovato in azzurro? Quanto pesa, fuori dal campo, la pressione di questi anni per non essere riusciti a vincere una partita nel Sei Nazioni dal 2015?

“Diciamo che il gruppo è giovane, che si sta costruendo da pochi mesi. Ovviamente ci portiamo dietro i postumi di quelle che sono state le altre nazionali azzurre. La volontà è di vincere e di far dimenticare il passato. Tutto questo non è facile, il livello delle avversarie è altissimo, tutte le squadre sono delle corazzate, anche la Scozia che viene considerata tra le più abbordabili quest’anno poteva anche vincere il torneo. Si è visto a novembre il livello di Scozia, Irlanda, Francia e Inghilterra. Poi noi è sempre durissima, ricordiamoci che siano la quattordicesima forza del ranking, le altre sono tutte sopra noi”.

Molti dei tuoi compagni arrivano dalla Benetton Treviso e, ovviamente, conoscevano già bene Kieran Crowley. Tu, invece, che tecnico hai trovato, cosa ti ha colpito di lui in questi mesi?

“Mi ha molto colpito il fatto che cerchi di responsabilizzarci tutti, che tutti quanti debbano dire la loro, dare la loro opinione, mettere il proprio impegno sia in campo sia fuori dal campo. Vuole che tutti studino le partite, vuole un gruppo dove tutti mettano la loro leadership in campo per il gruppo. È molto bravo a creare questo nei giocatori ed è uno stimolo per crescere, per migliorarci costantemente come giocatori e come squadra”.

Cresciuto rugbisticamente nella tua Genova, poi Mogliano, Calvisano, le Zebre come permit player e dal 2019 fisso nella rosa della franchigia di Parma. Quali credi siano le caratteristiche migliori di Pierre Bruno e dove, invece, credi di dover ancora crescere?

“A oggi dire che sono bravo nell’uno contro uno, cerco sempre di tirare fuori un po’ la mia imprevedibilità palla in mano. Nei miei lavori personali sto cercando di migliorare l’aspetto difensivo e il gioco aereo, che comunque sono cose che si devono migliorare sempre”.

Quanto ti hanno aiutato a migliorare questi anni alle Zebre e la possibilità di confrontarti settimanalmente con il rugby europeo?

“Sicuramente sono esperienze che fanno crescere un giocatore, assaggi l’alto livello. Ma poi ho visto che quando vai nel Sei Nazioni il livello è ancora superiore. Giocando costantemente con le Zebre in un torneo internazionale ci sono sempre grandi stimoli per migliorare. Poi le Zebre hanno il budget minore e non è facile. Quest’anno poi tante sfortune, tra il Covid che ci ha colpito e fermato, le partite annullate in Sudafrica, la trasferta a Cardiff saltata per il meteo, diciamo che non abbiamo potuto rodarci come succede normalmente”.

Conosciamo meglio Pierre Bruno. Ligure lo sappiamo, ma poi? Che passioni hai? Hobby, studio, sei fidanzato?

“Io convivo ormai da quattro anni, e la mia fidanzatami mi segue sempre. Il mio hobby è giocare alla Play-station, ma amo anche gli sport extra rugby, che ovviamente non posso praticarli, visto che soprattutto mi piacciono gli sport estremi. Per ora mi limito a guardarli in tv, poi in futuro chissà”.

Foto: Alfio Guarise – LPS

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