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F1, analisi Test Bahrain: Ferrari ha più dati sul nuovo progetto; Mercedes rivoluzionaria, ma non è tutto rose e fiori

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La prima giornata di test di F1 in Bahrain è andata definitivamente in archivio. Per le squadre un’occasione importante per testare le monoposto a effetto suolo con alcuni aggiornamenti più o meno importanti rispetto a quanto si è visto nel corso delle prove a Barcellona (Spagna).

Ebbene questo day-1 era molto atteso per capire cosa avrebbe presentato la Mercedes, annunciata come rivoluzionata, e cosa invece avrebbe fatto la Ferrari rispetto a quanto si era evinto nel corso dei test in Catalogna.

Si può dire che, dal punto di vista progettuale, la W13 ha impressionato. Le fiancate sono state letteralmente miniaturizzata, seguendo il concetto aerodinamico espresso già dalla Williams FW44, ma estremizzando ancor di più quanto fatto sulla macchina di Grove. Come riportato da Giorgio Piola di Motorsport.com, la Mercedes ha tenuto il cono di sicurezza fuori dalla fiancata e l’ha trasformato in un vero e proprio profilo alare, separandolo dalla pancia che ha subito una riduzione importante per avere un minor resistenza all’avanzamento.

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Ebbene, guardando i tempi che però contano fino a un certo punto per i diversi lavori svolti dai piloti e dalle squadre, al di là del miglior crono dell’AlphaTauri di Pierre Gasly di 1:33.902 con gomme morbide, si è notato come le vetture abbiano avuto un comportamento non facile da gestire anche perché la criticità del pompaggio si è fatta sentire.

Ferrari ha messo insieme 116 tornate mostrando una monoposto meno condizionata dalla problematica citata e facendo vedere una buona costanza su possibili long run e anche nella prestazione con gomme medie, visto che la monoposto dello spagnolo Carlos Sainz e del monegasco Charles Leclerc, secondo e terzo nella graduatoria generale, è stata la migliore in questo senso.

Per Mercedes il nono e undicesimo crono di George Russell e Lewis Hamilton, con evidenti problemi legati al porpoising, è un segnale che c’è ancora molto da lavorare in Mercedes per trovare la messa a punto ideale. Questione affidabilità che ha riguardato in qualche modo la Red Bull del messicano Sergio Perez, che si è anche girato negli ultimi minuti della sessione, coprendo però più giri di tutti (138) e classificandosi 10°.

E dunque la sensazione che la Rossa, dedicandosi a un lavoro di ottimizzazione della F1-75, come dimostrato da alcune modifiche al fondo (una bandella che sporge dal fondo stesso in prossimità della scocca per convogliare il flusso sotto alle bocche dei radiatori), stia procedendo in maniera convincente avendo già un’ottima mole di dati da sfruttare per estrarre il potenziale della vettura. Non resta che attendere ulteriori riscontri domani.

Photo LiveMedia/Dppi/DPPI

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