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Indian Wells 2022: Alcaraz e Nadal, il derby spagnolo attrae. Rublev sfida Fritz

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Tempo di semifinali al Masters 1000 di Indian Wells 2022: derby spagnolo da una parte, lotta di due parabole giovani e diverse insieme dall’altra. Colori profondamente diversi, quelli che veste il primo 1000 dell’anno, a seconda della partita che si va ad analizzare.

https://www.oasport.it/2022/03/live-alcaraz-nadal-indian-wells-2022-in-diretta-il-dominatore-del-presente-contro-quello-del-futuro-e-la-finale-anticipata/

Il piatto forte, e più pubblicizzato per forza di cose, è il derby spagnolo tra Carlos Alcaraz e Rafael Nadal. Ben poco è rimasto del precedente di Madrid, in cui il murciano finì travolto dal mancino di Manacor. Nel frattempo, e di mesi ne sono passati pochi, Alcaraz è cresciuto, è entrato rapidamente nei primi 20, ed ora ha un’importante chance di confrontarsi di nuovo con mister 21 Slam in carriera. Il quale, nonostante i mille problemi fisici che lo attanagliano (e non è una novità), continua, e continua bene, dato che è finora riuscito a schivare insidie varie in tabellone.

Di certo c’è che Alcaraz è il sesto più giovane semifinalista 1000 nella storia, almeno da quando questi tornei sono raggruppati come tali. Nadal in questa particolare classifica è quarto. Era secondo quando arrivò al penultimo atto di Miami 2005 (e poi all’ultimo), ma nel frattempo sono arrivati il canadese Denis Shapovalov (che, a 18 anni e 3 mesi, è effettivamente il più giovane) e il suo connazionale Felix Auger-Aliassime. Il maiorchino, invece, continua a tenere alta la propria stessa bandiera alle soglie dei 36 anni, e in un torneo vinto per tre volte in carriera (come Michael Chang, meno di Novak Djokovic e Roger Federer che sono a quota cinque trionfi).

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Dall’altra parte del tabellone, quinto confronto tra Andrey Rublev e l’americano Taylor Fritz. Il russo, che gioca da neutrale per ragioni ben note, continua ad avere buone soddisfazioni: dopo la complessa stagione australiana ha sempre fatto bene, vincendo peraltro due tornei consecutivi a Marsiglia e a Dubai. Non avendo ancora perso un set nel torneo, Rublev appare come il naturale favorito per l’approdo all’ultimo atto.

Fritz, però, può vantare un paio di assi nella manica. Il primo è legato al fatto che i precedenti dicono 2-2 (ce n’è anche uno a Indian Wells 2018, vinto dal nativo di Rancho Santa Fe); il secondo si inserisce nel solco di quella che sembra una ritrovata convinzione da parte del ventiquattrenne, che sta pian piano limando i dettagli psicologici più che tecnici del proprio tennis. Ulteriore prova è arrivata ieri con il serbo Miomir Kecmanovic: dopo il break subito nel finale di secondo set, non recuperato, avrebbe potuto scendere di livello, e invece è stato proprio l’uomo a stelle e strisce a fuggire via.

Foto: LaPresse

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