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Salto con gli sci

Salto con gli sci, l’Italia maschile lotta (bene) con poche armi. Invece quanto potenziale sprecato fra le azzurre!

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La Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci si è conclusa ieri a Planica. Il circuito femminile avrebbe a sua volta dovuto chiudere i battenti nella giornata del 27 marzo a Chaikovsky, ma a causa della cancellazione delle tappe in Russia è terminata anticipatamente due settimane orsono. A bocce ferme, quale bilancio possiamo trarre per la squadra azzurra? Andiamo ad analizzarlo, cercando di essere quanto più diretti e limpidi possibile.

Partiamo dalle note più liete, ovverosia dagli uomini. Sì, avete letto bene. Nel 2021-22 le soddisfazioni maggiori sono giunte dal settore maschile, poiché ragioniamo seguendo la logica del pound for pound. Il buon Giovanni Bresadola ha saputo farsi valere, entrando tra i primi 25 ai Mondiali di volo per la seconda edizione consecutiva, facendo breccia in zona punti per tre volte e superando le qualificazioni di Coppa del Mondo nel 70% dei casi. Il ventenne trentino è ancora molto giovane per i canoni dell’attuale salto con gli sci, indi per cui ha verosimilmente ulterori margini di crescita. Alex Insam ha evidenziato una piccola ripresa tecnica nella parte finale dell’inverno. Niente di eclatante, ma quanto basta per tenere viva la speranza di riportarlo a un livello discreto. Nel suo caso le primavere sono 24, c’è ancora tutto il tempo per provarci, soprattutto se d’ora in poi dovesse avere una guida tecnica stabile, situazione che gli è stata aliena in tempi recenti. Inoltre Francesco Cecon, coetaneo di Bresadola, ha iniziato a prendere le misure con il massimo circuito. Il friulano ha superato una qualificazione e, con un pizzico di fortuna, avrebbero potuto riuscirci un altro paio di volte.

D’accordo, parliamo di briciole. Chi scrive ne è consapevole. Però bisogna sempre tenere in considerazione i presupposti di partenza. In primis l’attuale salto con gli sci maschile è una disciplina in cui sei Paesi fanno il bello e il cattivo tempo, spartendosi quasi interamente la torta dei risultati di peso e lasciando agli altri ben poco con cui banchettare. In seconda istanza non si devono dimenticare i numeri esigui del movimento azzurro. Attualmente gli uomini eleggibili per il massimo circuito si contano sulle dita di una mano e quelli impegnati in ambito internazionale, fra primo, secondo e terzo livello, sono stati solo sei. Insomma, si tratta di un’autentica fiammella tricolore che lotta per non spegnersi. Peraltro riuscendoci, almeno per il momento. Non si poteva chiedere molto di più ai ragazzi italiani, il cui 2021-22 magari non sarà “soddisfacente” nel senso più pieno del termine, ma in virtù delle ambizioni di quattro mesi fa, può comunque essere definito accettabile. Le prospettive di metà novembre erano infatti ben chiare, come si può verificare andando a rileggere quanto scritto all’epoca.

Salto con gli sci, l’Italia maschile ha tre frecce in faretra. L’obiettivo è comportarsi dignitosamente

L’altra metà del cielo, invece, è decisamente più cupa. Il bilancio del settore femminile è infatti negativo per una ragione semplicissima. Si sta sprecando un potenziale ben più elevato di quanto dicano i risultati, soprattutto perché Lara e Jessica, le sorelle Malsiner “superstiti”, sono entrambe regredite contemporaneamente in maniera netta.

Questa appena espressa non è un opinione. È un fatto incontrovertibile. L’autore dell’articolo ha il brutto vizio di voler analizzare a fondo le materie di cui si occupa e, al fine di riuscirci al meglio, si preoccupa anche di archiviare i risultati di ogni gara. Allo scopo di spiegare nel dettaglio la parabola delle due altoatesine, si fornisce una serie di dati sul rendimento nelle gare di primo livello (Olimpiadi, Mondiali, Coppa del Mondo) affrontate in carriera, divise per stagione.

LARA MALSINER

STAGIONE 2016-17 (16 ANNI)
Gare disputate: 9
Miglior risultato: 15° posto
Ingressi fra le prime dieci: 0
Ingressi fra le prime trenta: 1 (11,1%)
Mancate qualificazioni: 1 (11,1%)

STAGIONE 2017-18 (17 ANNI)
Gare disputate: 14
Miglior risultato: 8° posto
Ingressi fra le prime dieci: 3 (21,4%)
Ingressi fra le prime trenta: 14 (100%)
Mancate qualificazioni: Nessuna

STAGIONE 2018-19 (18 ANNI)
Gare disputate: 21
Miglior risultato: 7° posto (Due volte)
Ingressi fra le prime dieci: 3 (14,3%)
Ingressi fra le prime trenta: 20 (95,2%)
Mancate qualificazioni: 1 (Causa squalifica)

STAGIONE 2019-20 (19 ANNI)
Gare disputate: 15
Podi: 1
Miglior risultato: 3° posto
Ingressi fra le prime dieci: 5 (33,3%)
Ingressi fra le prime trenta: 15 (100%)
Mancate qualificazioni: Nessuna

STAGIONE 2020-21 (20 ANNI)
Gare disputate: 10
Miglior risultato: 11° posto
Ingressi fra le prime dieci: 0
Ingressi fra le prime trenta: 8 (80%)
Mancate qualificazioni: 2 (Entrambe causa squalifica)

STAGIONE 2021-22 (21 ANNI)
Gare disputate: 15
Miglior risultato: 12° posto
Ingressi fra le prime dieci: 0
Ingressi fra le prime trenta: 7 (46,6%)
Mancate qualificazioni: Nessuna

JESSICA MALSINER

STAGIONE 2019-20 (17 ANNI)
Gare disputate: 3
Miglior risultato: 36° posto
Mancate qualificazioni: 2

STAGIONE 2020-21 (18 ANNI)
Gare disputate: 10
Miglior risultato: 15° posto
Ingressi fra le prime trenta: 8 (80%)
Mancate qualificazioni: 1

STAGIONE 2021-22 (19 ANNI)
Gare disputate: 11
Miglior risultato: 26° posto
Ingressi fra le prime trenta: 3 (27,3%)
Mancate qualificazioni: 4

Sorgono spontanei due quesiti.

  1. Come mai Lara Malsiner, che per quattro anni non ha mai mancato la zona punti se non quando veniva squalificata, nell’inverno appena concluso abbia faticato a farvi ingresso? Non si tratta di una situazione episodica. Il suo rendimento era già calato la scorsa stagione, come testimoniato dal fatto di non riuscire più a far breccia nella top-ten, centrata invece per undici volte nelle tre annate precedenti. Parliamo di una ragazza prossima alle 22 primavere in una disciplina dove si può sbocciare anche a 26. Non siamo di certo al cospetto di una parabola discendente.
  2. Come mai Jessica Malsiner, che nel 2020-21 entrava regolarmente fra le prime trenta proponendosi anche fra le migliori quindici, è stata a sua volta vittima di una regressione? Non si può neppure scomodare una situazione fisiologica, poiché parliamo sì di una teenager, ma l’involuzione tecnica è apparsa evidente. Peraltro il contemporaneo passo del gambero della sorella dovrebbe far riflettere prima che il processo prosegua.

 

Sia chiaro, qui non si punta il dito contro nessuno, né le atlete, né i tecnici. Non sarebbe produttivo in alcun modo. Però, al tempo stesso, è evidente come non si possa proseguire così perché le sorelle Malsiner hanno evidentemente preso una brutta china. Bisogna, quindi, riflettere sul come e perché si sia arrivati a questo punto, senza cercare scuse e prendendo le contromisure del caso, allo scopo di arginare la dispersione di due talenti che possono potenzialmente regalare soddisfazioni da qui a Milano-Cortina 2026 e al 2030.

Foto: La Presse

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