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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico: è stato il Mondiale delle occasioni. Capolavoro Sakamoto, spettacolo nella danza

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Occasioni prese al volo, altre perse e giusti riconoscimenti. Sono stati questi i tre fattori che hanno caratterizzato i Campionati Mondiali 2022 di pattinaggio artistico, andati in scena la scorsa settimana a Montpellier (Francia) senza la squadra russa (fuori dopo lo scoppio del conflitto bellico in Ucraina) e cinese (per scelta della Federazione d’appartenenza).

Tante, tantissime, defezioni (a cui si aggiungono quelle di peso di Nathan Chen e Yuzuru Hanyu) che hanno spostato in maniera evidente gli equilibri, in un gioco sì al ribasso ma per certi versi più forte da un punto di vista emozionale.

Basta analizzare quanto successo per esempio nella specialità delle coppie d’artistico per rendersene conto: Con solo poco più d ventiquattro mesi di attività alle spalle Alexa Knierim-Brandon Frazier sono riusciti a riportare il titolo iridato agli Stati Uniti dopo la bellezza di quarantatré anni, confermando il loro ottimo stato di forma già sfoggiato durante le Olimpiadi di Pechino 2022 con due segmenti eseguiti senza alcuna sbavatura di rilievo, fattore che ha concesso loro di prendersi l’oro meritatamente, gestendo nel migliore dei modi la pressione.

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Chi invece ha accusato il peso dell’opportunità è stata certamente la coppia giapponese Riku Miura-Ryuichi Kihara, sulla carta gli atleti con più qualità del lotto, rimasti però vittime di una paura di farcela che, alla lunga, ha influito nel rendimento di entrambi i programmi.

Avranno sicuramente poi aperto una bottiglia di champagne (quello buono) Vanessa James-Eric Radford, terzi classificati al primo (e forse ultimo?) anno insieme. Un piazzamento insperato arrivato per via di un buon libero in cui sono stati abili ad arginare gli errori, il cui risultato è stato però inevitabilmente influito anche da quanto accaduto ad Ashley Cain Gribble-Timothy Leduc, secondi dopo il corto e costretti al ritiro dopo una bruttissima e preoccupante caduta della dama nel triplo salchow in parallelo. Per i canadesi dunque l’operazione, più editoriale che sportiva, è risultata in qualche modo vincente.

Emozioni forti anche nella specialità individuale femminile, dove la favorita della vigilia Kaori Sakamoto non ha tradito le aspettative, registrando il nuovo record giapponese di 236.09, maturato grazie a due performance semplicemente perfette. Un sincero riconoscimento per un’atleta che, con molta umiltà e intelligenza, ha capito di essere più competitiva con la qualità piuttosto che con la quantità, venendo giustamente premiata negli eventi più importanti.

Lacrime di gioia poi per Loena Hendrckx che, malgrado un evidente problema fisico, ha regolato la corazzata americana lottando come una guerriera nel libero, portandolo a termine senza patemi. Le statunitensi in tal senso si sono dovute accontentare del bronzo di Alysa Liu, conquistato grazie a un free program votato tutto all’attacco seppur con diverse imprecisioni. Nulla da fare poi né per Wakaba Higuchi né per Young You, due pattinatrici forse davvero troppo incostanti per incidere fino in fondo.

Nessuna particolare sorpresa invece nel singolo maschile con Shoma Uno, il quale ha finalmente raccolto il metallo più pregiato superandosi nel corto e limitando i danni nel libero, festeggiando insieme al suo allenatore Stèphane Lambiel il suo primo titolo iridato davanti al Vice Campione Olimpico Yuma Kagiyama, apparso leggermente stanco, e Vincent Zhou, quest’ultimo protagonista di una gara affrontata in maniera speculare alla già citata Alysa Liu. Si è sentita, eccome se si è sentita, la pressione di giocarsi qualcosa di molto grosso tra gli altri partecipanti, chi più chi meno artefice di defaillance, azzurri Grassl e Rizzo compresi (quest’ultimi comunque bravissimi a posizionarsi entrambi nelle prime dieci posizioni, fatto mai accaduto in casa Italia in un Campionato del Mondo in campo maschile).

La gara della danza è infine stata quello che doveva essere: una celebrazione, andata al di là di ogni rosea aspettativa in termini di punti con le prime quattro coppie che si sono letteralmente superate: i vincitori Papadakis-Cizeron con 229.82 hanno messo a referto il nuovo primato mondiale, i secondi classificati Hubbell-Donohue quello americano, i terzi Chock-Bates quello personale, stessa cosa i nostri Charlène Guignard-Marco Fabbri con il loro 209.92, nuovo record italiano destinato a polverizzarsi anche nella prossima stagione.

Foto: LaPresse

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