Formula 1
F1, porpoising sulla Ferrari? Non è detto che sia un male. La Red Bull ha più lavoro da fare
È una gran bella Ferrari quella ammirata nel venerdì del Gran Premio d’Australia. Carlos Sainz e Charles Leclerc si sono attestati rispettivamente in prima e seconda posizione al termine della FP1. La successiva sessione di prove libere ha visto i due ferraristi dominare ancora una volta la classifica dei tempi, stavolta con il monegasco davanti a tutti e lo spagnolo in terza piazza. Fra i due piloti del Cavallino Rampante si è infilato Max Verstappen, costretto però a inseguire, almeno se guardiamo alla giornata di oggi.
L’impressione preliminare che i “compiti a casa” siano stati svolti molto bene, nel senso che si sia lavorato parecchio al simulatore e, per di più, in maniera proficua. Non a caso la F1-75 ha dato la sensazione di aver trovato subito un ottimo feeling con l’Albert Park. Tutto il contrario della Red Bull, che invece sta ancora cercando la proverbiale quadra del cerchio. In particolare la Scuderia di Maranello ha fatto la differenza nel terzo settore, quello dove contano maggiormente il carico aerodinamico e la trazione. Pur cedendo qualcosa al Drink Team nei primi due segmenti del tracciato, Leclerc e Sainz hanno recuperato tutto, con gli interessi, nella parte finale.
Merito delle modifiche al fondo della vettura? Pare di no, perché (almeno ufficialmente) la Ferrari non ha usato il nuovo estrattore portato in Australia, un pezzo che in effetti ha l’obiettivo dichiarato di ridurre la resistenza all’avanzamento, non di generare ulteriore downforce, una caratteristica di cui la F1-75 sembrerebbe abbondare. Non a caso, sul finale della FP2, Verstappen ha trovato la propria performance migliore nel momento in cui ha regolato diversamente la sua Red Bull, allo scopo di ridurre il sottosterzo di cui ha sofferto perennemente.
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Attenzione però, perché non sono tutte rose e fiori in quel di Maranello. Le Rosse hanno evidenziato un porpoising molto marcato, soprattutto quando ci si avvicinava al picco di velocità. Non è necessariamente un cattivo segnale, perché può significare che il fondo funziona benissimo e genera un risucchio verso il suolo estremo. Cionondimeno, come si suole dire, il “troppo stroppia” e avere una vettura saltellante può generare problematiche nefaste, in particolare sul long run. Bisognerà verosimilmente agire sull’altezza da terra e sulle sospensioni per raggiungere l’optimum.
Insomma, Ferrari leader della prima ora, probabilmente perché l’approccio scelto da Maranello è quello più corretto per il tracciato di Melbourne. Tuttavia sia il Cavallino Rampante che il Drink Team devono ancora raggiungere il proprio limite. Le due squadre hanno problematiche differenti da risolvere e Red Bull ha sicuramente più lavoro da fare, mentre le Rosse hanno cominciato meglio. La partita, però, si deciderà domani. La FP3 sarà determinante per scegliere gli assetti definitivi in vista di qualifiche e gara.
Foto: LiveMedia/Florent Gooden/DPPI