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Alberto Bettiol: “Se sono in condizione, non temo Pogacar e Van der Poel. Percorso del Mondiale adatto a me”

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Alberto Bettiol aveva iniziato la sua stagione con buone sensazioni e con il secondo posto in classifica generale all’Etoile de Besseges, poi le cose per il toscano della EF Education-EasyPost si sono complicate: il Covid lo ha costretto ad un lungo stop. Bettiol ha poi riattaccato il numero sulla maglia alla Milano-Torino e alla Sanremo, per poi proseguire con la Coppi&Bartali, la Dwars door Vlaanderen e il Giro delle Fiandre. Proprio alla partenza di quest’ultima, ad Anversa, Bettiol aveva dichiarato di non sentirsi tra i favoriti della corsa (lui che l’ha vinta nel 2019, ndr) e di non essere ancora in piena forma. 

Come proseguirà il tuo calendario? 

“Farò la Liegi-Bastogne-Liegi, per il momento questo è il programma di aprile”. 

Dopo il Covid-19 quali sensazioni hai avuto in corsa?

“Io ho corso a Besseges, poi sono andato sul Teide e sono risultato positivo ad un tampone rapido. Mi sono isolato per dieci giorni e poi quando sono tornato a casa ho cominciato ad allenarmi ma ho fatto fatica a trovare la giusta condizione. Sono tornato in corsa alla Milano-Torino ma non con buone sensazioni. Ci mettevo più tempo a recuperare, non riuscivo ad alzare i battiti del cuore in allenamento ed a fare più di tre ore. Quando provavo a fare quattro ore/quattro ore e mezza il giorno dopo ero distrutto”. 

E’ stato un inizio di stagione caratterizzato da molte assenze. Chi per la positività al Covid, chi la bronchite, chi per un virus gastrointestinale. Come mai secondo te? 

“Ne abbiamo parlato e penso che tutto sia dovuto al fatto che per due anni abbiamo sempre usato le mascherine e adesso che iniziamo a toglierla siamo più esposti e deboli. Il medico mi aveva consigliato di fare il vaccino dell’influenza e così ho fatto, infatti quest’anno a parte il Covid non ho avuto niente”. 

Quest’anno prima del Giro delle Fiandre hai dichiarato di non essere in completa forma. La Ronde tu l’hai vinta nel 2019, dopodiché hai avuto vari problemi che ti hanno costretto ad uno stop forzato. Questa stagione sarà quella del riscatto? 

“Questa stagione era cominciata bene, anche al di sopra delle aspettative. Ho un po’ di rammarico perché la condizione era ottima per affrontare la prima parte di stagione. Negli ultimi due anni me ne sono successe un sacco e quindi sono ormai abituato a gestire gli imprevisti. Nel 2020 ho fatto un bel Mondiale, l’anno scorso ho vinto una tappa al Giro (la Rovereto-Stradella, ndr) ma pretendo di più. Spero che la seconda parte di stagione vada meglio rispetto la prima. Mi piacerebbe poter affrontare una stagione senza intoppi. Ho delle certezze dal punto di vista atletico: se mi alleno bene, senza intoppi, sono tra i migliori e di questo ne sono certo. Comunque ci sono ancora tante gare in questa stagione, vedremo come andrà”.

Il Mondiale l’hai messo nel mirino?

“Sì, assolutamente. Sono sempre andato forte ai Mondiali e anche quest’anno spero in una convocazione da parte del ct Bennati. Ne parleremo più avanti, verso fine luglio, come ho sempre fatto gli anni scorsi insieme anche alla mia squadra”. 

Il Bettiol in piena forma se la può giocare con un Pogacar e Van der Poel?

“Con un Pogacar al Fiandre sì, alla Liegi no. Con Van der Poel sì. Quando sto bene non ho motivo di aver paura di nessuno. Van der Poel, Van Aert e Pogacar sono dei campioni ma se sto bene so che posso giocarmi le mie carte e dare quindi del filo da torcere. Ovviamente bisogna essere nella miglior condizione”. 

A fine stagione sarai felice se…

“Sarò felice se avrò fatto delle belle prestazioni riuscendo sempre a dare il massimo. Io ora so di non essere nella mia miglior condizione ma speriamo di trovare presto il giusto colpo di pedale. Il Mondiale in Australia lo guardo già dallo scorso anno. E’ un percorso adatto alle mie caratteristiche, almeno sulla carta. Abbastanza stretto, tortuoso, con uno strappo abbastanza breve e una discesa tecnica”. 

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Foto: Lapresse

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