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Tennis, Carlos Alcaraz: “Sinner è un grande giocatore, spero che con lui sarà la rivalità del futuro”

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Il mondo del tennis, specialmente in questo 2022, è stato letteralmente travolto da uno “tsunami” di nome Carlos Alcaraz. Il (quasi) diciannovenne spagnolo (il 5 maggio spegnerà le candeline) ha appena vinto il suo primo Masters 1000 a Miami ed è diventato immediatamente il nuovo personaggio del tennis mondiale.

Il nativo di El Palmar in campo mette in mostra sempre un livello di gioco altissimo e, nonostante la giovanissima età, pochissimi difetti. Quando appoggia racchetta e palline, invece, si trasforma in un ragazzo normalissimo, molto umile e tranquillo. Un personaggio che scriverà pagine importanti di questo sport, senza alcun dubbio, che ha già fatto vedere di quel che è capace ma, a questo punto, cosa dovremo attenderci dai prossimi mesi? “Ovviamente dopo gli ultimi risultati ho cambiato i miei obiettivi – spiega nel corso di una lunga intervista a TuttoSport – Sono vicino alla top10, voglio giocare le ATP Finals, poi ovviamente mi piacerebbe vincere uno Slam. Alla fine del 2021 puntavo ad un 500 e ce l’ho fatta; poi a Miami è arrivato anche un 1000. Almeno una finale Slam vorrei conquistarla”. Lo spagnolo punta l’attenzione sulle ATP Finals: “Sono molto importanti. Li si incontrano i migliori del mondo. E’ una grande sfida per me, ma voglio far parte di quel gruppo di Torino”. 

Tornando ad un Carlos più giovane, lo spagnolo ricorda quando ha capito che poteva davvero fare sul serio in questo mondo: “Attorno ai 14-15 anni, quando ho iniziato a vincere qualche torneo. Non c’è stato un momento o una partita particolare, diciamo che ho guadagnato i primi punti ATP e mi sono accorto che battevo chi stava fra i primi 300 e mi sono detto ‘Ok Carlos, puoi fare il tennista’”. Rimanendo nel passato, torniamo esattamente al Challenger di Alicante del 2019, quando lo stesso Alcaraz piegò Sinner 6-2 3-6 6-3. 14 anni l’iberico contro i 16 dell’altoatesino. Stiamo parlando della rivalità del futuro? “Beh lo spero. Jannik è un gran giocatore, ha già vinto dei tornei e battuto gente forte. Spero che ci incontreremo molte volte nei prossimi anni. Matteo Berrettini? Lui è già là. E’ un top10 da tempo, uno che si batte per gli Slam, e serve fortissimo”.

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Un talento così giovane ma già pronto ad esplodere non poteva finire in mani migliori del suo coach, Juan Carlos Ferrero: “Lui mi dice sempre la stessa cosa: di stare calmo. Non vuole che pensi che a Monte-Carlo possa entrare nella top10, figuriamoci tra i primi 5”. In queste settimane i paragoni anche con i più grandi di sempre si sono sprecati. Carlitos ha le idee ben chiare: “Tra tutti scelgo Rafa Nadal, è spagnolo come me ed è sempre stato il mio idolo fin da piccolo quando guardavo i suoi match in tv. Allenarmi con lui è stata una grande emozione”.

Come si fa a rimanere con i piedi ben saldi al terreno dopo un “frullatore” di emozioni simili? Il caso di Carlos Boluda è ben noto, dopotutto: “Conosco la sua storia, non ha retto la pressione. Io cerco di non pensare che sono il nuovo Nadal, o che devo vincere quanto ha fatto lui. Voglio essere solo Carlos Alcaraz, e basta. Altrimenti mi metterei troppa pressione. Se immagini di vincere 21 Slam ti fai solo del male”. 

Passando agli impegni futuri, c’è grande interesse per capire come saprà adattarsi lo spagnolo all’erba:Su campi simili ho giocato solo due volte, ma penso che il mio tennis ci si possa sposare bene. Con un po’ di esperienza credo di poter diventare forte anche su quella superficie”. Tra i passi in avanti già compiuti dal classe 2003 c’è tanto lavoro dal punto di vista fisico, specialmente in inverno“A fine anno per due settimane non ho giocato a tennis, ho curato solo la parte fisica. Al termine del 2021 non avrei retto due match al quinto set consecutivi, oggi sento che più ne giocherò, meglio mi sentirò. Sono cresciuto anche a livello mentale, sono più maturo”.

Foto: LaPresse

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