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F1, la nuova pista di Miami. Un circuito cittadino con lunghi rettilinei che strizzano l’occhio alla Red Bull

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Questo fine settimana la Formula Uno sarà impegnata nell’inedito contesto di Miami, dove andrà in scena il quinto Gran Premio della stagione 2022. C’è grande attesa attorno a esso, non solo perché rappresenterà un nuovo capitolo del braccio di ferro iridato fra Charles Leclerc e Max Verstappen, ma soprattutto poiché il neonato appuntamento da correre in Florida viene da tempo pubblicizzato e strombazzato ai quattro venti. Alla fine, però, in F1 è la pista a creare l’evento, non il contorno. Andiamo quindi a scoprire le caratteristiche del tracciato dove si gareggerà nei prossimi giorni.

Il “Miami International Autodrome” in realtà non è un autodromo, bensì un circuito ricavato attorno all’Hard Rock Stadium, struttura polifunzionale celebre, soprattutto, per essere lo stadio della squadra NFL “Miami Dolphins” e per aver ospitato sei edizioni del SuperBowl. Dunque trattasi di contesto urbano. La pista è lunga 5.410 metri da percorrere in senso antiorario. Sul rettilineo di partenza è prevista una delle tre zone DRS, che termina con una secca piega verso destra di 90° da percorrere a circa 100 km/h. Facile intuire come questo sia un potenziale punto di sorpasso. Segue un rapido cambio di direzione destra-sinistra da affrontare in accelerazione, che sfocia in un breve dritto dopo il quale si entra in uno snake sinistra-destra-sinistra da 250 km/h, il quale si conclude con un’ampia curva a U verso sinistra dalla quale si esce attorno ai 135 km/h.

Comincia a questo punto un tratto velocissimo di oltre un chilometro dove si scateneranno tutti i cavalli della power-unit. Ci sono due pieghe, ma dal raggio tale da poter essere percorse in pieno, nel mezzo delle quali comincia la seconda zona DRS, più lunga dell’intero rettilineo di partenza, che termina con una decisa curva a sinistra di 90°, chiaramente pensata per facilitare i sorpassi. Si affronta quindi un’area tortuosa, dove le simulazioni affermano che la velocità possa scendere addirittura a 70 km/h.

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Dopo il tratto lento c’è però un rettilineo infinito, di oltre 1.500 metri, nel quale è prevista la terza zona DRS che si conclude con una violentissima frenata per imboccare un tornante a sinistra. Si dovrebbe passare da 330 km/h a 80 km/h nell’arco di pochi metri, una dinamica ovviamente concepita per aiutare i sorpassi. Ultime due pieghe in accelerazione per tornare sul rettifilo di partenza.

Ricapitolando, a Miami il leitmotiv sarà il rettilineo. Certo, ci sono un paio di tratti in cui faranno la differenza la trazione e la percorrenza in curva, ma la caratteristica preponderante sarà rappresentata dalla potenza della power unit e dalla capacità di raggiungere un’elevata velocità di punta. Qualità, questa, in cui eccelle la Red Bull, la quale sulla carta dovrebbe avere un vantaggio rispetto alla Ferrari. La variabile impazzita può essere l’asfalto. Le simulazioni non possono tenere conto delle reali condizioni che i piloti si troveranno ad affrontare, con potenziali problematiche relative alla mancanza di aderenza impossibili da prevedere in un mondo virtuale. Se ci saranno magagne di questo tipo, lo si evincerà solo dopo le prove libere.

Foto: La Presse

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