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Jannik Sinner involuto nel passaggio da Piatti a Vagnozzi? Serve ancora tempo
Jannik Sinner è appena uscito dal Masters 1000 di Madrid per mano di Felix Auger-Aliassime. Una sconfitta netta, una di quelle senza alcun diritto di replica, con il canadese che ha dominato nell’ora e venti minuti in cui i due giocatori sono stati in campo. Una prova di forza davvero clamorosa quella del numero dieci del mondo, forse nella sua miglior versione di sempre sulla terra rossa, ma che bisogna sommare ad una prestazione sicuramente negavita dell’altoatesino, apparso completamente in balia dell’avversario.
Il numero due d’Italia non ha praticamente mai trovato una contromisura all’esplosivo gioco del canadese, che ha fatto quello che ha voluto con il servizio e con il dritto. Pochissime, se non praticamente nulle, le occasioni avute da Sinner, ma l’altoatesino ha comunque sprecato anche quelle poche chance avute a disposizione. L’azzurro ha faticato in risposta, cercando anche di variare la propria posizione (a volte vicino alla rete, altre volte lontano) e soprattutto ha mostrato ancora una volta i limiti nei propri turni di servizio.
Sinner ha nel servizio un suo punto debole o comunque un elemento sul quale lavorare ancora molto. Sono pochi i punti che arrivano direttamente dalla prima e, quando è in una giornata negativa come quella odierna, spesso è il primo colpo che lo abbandona o che va in crisi. Oggi va rimarcato che era il classico giorno del “va tutto storto” e dunque è chiaro che si è visto probabilmente il peggio del gioco dell’altoatesino, ma non deve essere una partita a cancellare un lavoro che Jannik ha intrapreso in questi mesi con il suo nuovo allenatore.
Masters 1000 Madrid 2022: Jannik Sinner eliminato da un Felix Auger-Aliassime travolgente
Il passaggio da Riccardo Piatti a Simone Vagnozzi è sicuramente stato sorprendente per tempistiche e modalità e c’è bisogno di tempo per analizzare al meglio se questo nuovo percorso abbia portato a risultati positivi o negativi. Prima di Madrid, Jannik ha sfiorato la semifinale a Montecarlo, arrivando praticamente ad un punto dalla vittoria contro un certo Alexander Zverev. Questa alternanza di prestazioni, nelle quali bisogna anche mettere alcune sofferte vittorie (su tutte Carreno Busta a Miami) ad altre molto convincenti (vedi Rublev a Montecarlo o De Minaur ieri), è il frutto di un’incertezza che regna ancora sovrana dentro Jannik Sinner.
Vagnozzi non è Piatti, ha idee sue e diverse da quelle del primo allenatore di Jannik. Il tecnico di Ascoli Piceno ha sicuramente portato alcune novità nel gioco di Sinner con qualche variazione con il back di rovescio, più discese a rete a prendersi il punto e si è lavorato molto sulla prima e la seconda di servizio. E’ un processo che vuole del tempo ed un percorso che ad oggi non si può valutare con la giusta precisione e meticolosità.
La sensazione è quella che Jannik abbia perso delle sicurezze, questo è certo, perchè si trova in un “mondo” nuovo, a volte sconosciuto e non in quello che lo ha visto crescere per anni alle spalle di Piatti. Forse c’è ancora confusione nel prendere la giusta scelta, nel capire quando giocare una palla in un modo o in un altro, specialmente in giornate come quelle di oggi dove tutto sembra andare per il peggio. Roma e poi Parigi saranno altri due esami importanti e forse dopo il Roland Garros si potrà davvero cominciare a capire se la strada intrapresa sia quella giusta o se servirà un ulteriore cambio di rotta. Il tempo saprà dare la risposta giusta.
Foto: Lapresse