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Roland Garros 2022, Carlos Alcaraz è già il favorito n.1 per la vittoria? Nadal e Djokovic non sono d’accordo…

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Carlos Alcaraz non è nuovo al Roland Garros. L’ha già giocato due volte, eppure non ci è mai arrivato con i galloni di personaggio che può, secondo molti, addirittura ambire a portarlo a casa. Il tutto con il permesso eventuale di Novak Djokovic, che punta al triplo Career Grand Slam, e di Rafael Nadal, per motivi che è inutile specificare dal 2005.

La prima esperienza del murciano sui campi parigini, non contando il torneo junior del 2019 (uscì subito con l’americano Toby Alex Kodat) è del 2020: al primo turno delle qualificazioni fu eliminato dall’australiano Aleksandar Vukic, dovendo peraltro subire una dolorosa rimonta. Era avanti 6-4, poi perse il tie-break del secondo set e di lì anche il terzo.

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Nel 2021, invece, le qualificazioni le superò concedendo poco e nulla allo slovacco Lukas Lacko, ad Andrea Pellegrino e al cileno Alejandro Tabilo. Una volta giunto nel tabellone principale, trovò un altro qualificato, il connazionale Bernabe Zapata Miralles, lo sconfisse in quattro set e poi batté il georgiano Nikoloz Basilashvili per 6-4 6-2 6-4. Il tedesco Jan-Lennard Struff pose fine al suo cammino per 6-4 7-6(3) 6-2, ma era ancora un tempo precedente ai momenti in cui avrebbe cominciato a battere con regolarità i big issandosi a quello che è attualmente il numero 6 delle classifiche mondiali.

Oggi, però, è tra i giocatori più attesi dalle parti del Court Philippe Chatrier, che pure in carriera non ha mai calcato. Alcaraz viene indicato da molti come secondo, se non addirittura primo, favorito. A suo vantaggio vanno diversi fattori: dopo Montecarlo non ha più perso una partita, ha sconfitto in sequenza Nadal e Djokovic a Madrid e, in generale, ha messo in testa a molti un pensiero: non si parla di se, ma di quando.

Alcuni elementi, però, inducono a pensare che ci sia spazio abbondante per il serbo, che rispetto ad Alcaraz ha il Foro Italico di Roma nelle gambe in più, e quello capitolino è forse l’evento che più si avvicina, per condizioni di gioco, a Parigi. Una questione di adattamento, in buona sostanza. Più complicato il discorso per Nadal: è uscito dall’Italia con i rinnovati problemi a un piede, e pur avendo confermato la presenza sotto la Tour Eiffel parte forse dal punto più basso in termini di favori del pronostico, se si eccettua il 2016 (in cui si ritirò senza giocare al terzo turno).

La griglia di partenza, perciò, non consente ancora di dare al murciano i favori assoluti del pronostico. C’è ancora un uomo da superare con certezza, mentre sull’altro restano da comprendere i dubbi. Certamente non fa difetto all’iberico la capacità di tenere cinque set: lo ha già dimostrato con il greco Stefanos Tsitsipas a New York e, pur perdendo, contro Matteo Berrettini a Melbourne.

Se sarà il Roland Garros del cambio della guardia è difficile dirlo, ma che possa essere senz’altro un torneo particolare, con la nuova generazione pronta a mettere sottosopra i piani di quella che ancora non vuole mollare il trono, lo si è intuito già da settimane. Non resta che scoprire quale sarà il destino dello Slam francese.

Foto: LaPresse – LiveMedia/DPPI/Victor Joly – LivePhotoSport.it

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