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Ciclismo

Pagelle Giro d’Italia 2022: Nibali poesia senza tempo, Pozzovivo un leone. Hindley ora fa paura

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PAGELLE GIRO D’ITALIA 2022 (quattordicesima tappa) 

Bora-hansgrohe, 10: strabiliante la selezione che ha imposto la compagine tedesca già ad 80 km dall’arrivo. Prima Aleotti, poi Kämna, infine un sontuoso Kelderman. Un’andatura folle che ha letteralmente sgretolato il gruppo, peraltro isolando Carapaz, rimasto quasi subito senza gregari. Siamo di fronte alla miglior formazione di questo Giro d’Italia, come testimoniano anche i due corridori nelle prime sette posizioni. E attenzione a Hindley che ha già rischiato di vincere una Corsa Rosa nel 2020…

Simon Yates, 9: ormai fuori classifica, si toglie lo sfizio di vincere la sua seconda tappa in questa edizione dopo la cronometro di Budapest. In salita arranca, non è di certo il più brillante sul Colle della Maddalena, tuttavia riesce a limitare i danni, a rientrare sul terzetto composto da Nibali, Carapaz e Hindley e, infine, a piazzare la stoccata decisiva. Un corridore di qualità, di sicuro non un mostro di continuità.

Vincenzo Nibali, 10 e lode: semplicemente incommensurabile. A 37 anni (38 a novembre) lo Squalo sembra ringiovanito. Già sul primo passaggio sul Superga dà una sgasata, poi si esalta sull’ascesa finale verso il Colle della Maddalena. In salita è apparso il più brillante in assoluto, facendo fatica solo nel tratto con pendenza massima al 20%, ovvero il meno congeniale per le sue caratteristiche. Dire che meriterebbe un monumento è poco. E’ un mito che continua ad incantare, una poesia senza tempo. Ora la chiave starà nel recupero a tutti questi sforzi ravvicinati. Se sarà un Nibali ‘ringiovanito’ anche nella terza settimana, allora si può sognare anche un posto sul podio. Di sicuro è già straordinario vederlo ancora protagonista.

Domenico Pozzovivo, 9,5: un leone indomabile. Non era la sua tappa, perché gli manca l’esplosività sugli strappi brevi. Tuttavia limita i danni in maniera sontuosa, si gestisce con una sagacia tattica sconfinata. Persino in discesa, non il suo punto di forza, riesce a sorprendere tutti, staccando Joao Almeida e limitando i danni dai migliori. E’ tutta la vita che insegue questo benedetto podio in un grande giro: e se la volta buona fosse a 39 anni? Sognare si può, a patto che il dolore alla schiena non peggiori.

Joao Almeida, 7: tutto sommato limita i danni, perché perde solo 24″ da Carapaz e Hindley. Tuttavia il portoghese fa troppa fatica in salita, soprattutto non ha la forza di reagire ai cambi di ritmo. Il suo problema è che i veri tapponi di montagna devono ancora arrivare, anche se nel 2021 si rivelò molto competitivo nella terza settimana.

Mikel Landa, 6,5: oggi si lecca le ferite, non era brillante sin dalla prima ascesa al Superga. Eppure, grazie soprattutto al contributo del preziosissimo Pello Bilbao (voto 6,5), lascia sul piatto solo 36″ dai rivali diretti per la maglia rosa. Le sue salite devono ancora arrivare, anche se il gap di 59″ da Carapaz inizia a diventare importante.

Emanuel Buchmann, 6: non è un fenomeno, ma un buon regolarista. Paga 1’10” ed è 7° in classifica generale. Se non accuserà una ‘cotta’, sarà difficile non vederlo in top10 a Verona.

Juan Pedro Lopez, 5: cede la maglia rosa, ma dimostra un carattere da grande corridore. Non si è mai arreso, non è andato alla deriva. Dopo aver risposto agli attacchi iniziali, il fisico ha ceduto ed è andato in crisi, tuttavia ha comunque terminato in decima posizione all’arrivo a 4’25”. Allo spagnolo va reso l’onore delle armi. Da capire se ora potrà conservare la top10 in classifica generale: ha speso davvero tanto, forse troppo sin qui. Non è detto che possa pagare un conto salato e saltare completamente.

Jai Hindley, 8,5: attenzione all’australiano, già secondo al Giro Covid del 2020. In quella edizione non ebbe mai un attimo di reale cedimento, fin qui in salita è apparso brillante, con tanto di volata vincente sul Blockhaus. Anche oggi è apparso pimpante nel rispondere agli attacchi di Nibali. Al momento è il principale rivale di Carapaz.

Richard Carapaz, 9: va contro il suo stile di corridore di rimessa e attacca con veemenza sul Colle della Maddalena. Se ne va da solo, guadagna quasi 30″ sui più immediati inseguitori, poi paga lo scotto delle energie spese e viene ripreso. Un’azione spettacolare che gli è valsa la maglia rosa, ma forse si sarebbe aspettato di assestare un colpo più importante ai rivali diretti in classifica (nei confronti di Hindley ha addirittura perso 2″ di abbuono all’arrivo). Inoltre deve preoccuparsi per la scarsa consistenza della Ineos.

Alejandro Valverde, 5: esce dalla corsa per la top5, ammesso che vi abbia mai davvero puntato. Resta comunque decimo e, con l’esperienza, punterà a portare a casa un discreto piazzamento.

Thymen Arensman, 3: l’olandese doveva essere l’alternativa a Romain Bardet in casa DSM, invece all’arrivo paga oltre 10 minuti da Yates. Bocciato al primo, vero esame della carriera.

Guillaume Martin, 4: naufraga presto e accusa 9’37”. Addio sogni di gloria.

Lorenzo Fortunato, 5: 17° all’arrivo a 10’16”, 16° in classifica generale 16’46”. Il suo livello, oggi, è questo. Ma non va escluso che possa migliorare nei prossimi anni.

Foto: Lapresse

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