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Giro d’Italia 2022, Alessandro Covi: “Non sono uno scalatore, sulle salite vere mi stacco da 30-40 corridori”

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Una vittoria indimenticabile. Alessandro Covi ha chiuso a braccia alzate la 20ma tappa del Giro d’Italia 2022 in seguito a una strepitosa fuga solitaria partita a oltre 50 km dall’arrivo. Un risultato che ci conferma un grande fatto: quando il gioco si fa duro, il Puma di Taino (questo il soprannome di Covi) comincia a giocare. Era già successo l’anno scorso al Giro quando fu secondo sullo sterrato di Montalcino e terzo sullo Zoncolan.

“L’anno prossimo cercherò di vincere ancora la tappa più bella – ha affermato l’azzurro a ‘La Gazzetta dello Sport’Amo dare spettacolo. Ho corso come volevo, l’avevo detto all’ammiraglia: farò quello che mi sento. Sportivamente parlando è il mio giorno più bello.”

Il nativo di Borgomanero ha poi raccontato i suoi ultimi chilometri caratterizzati dal tentativo di rimonta di Novak: “L’ammiraglia mi diceva di andare a tutta, ma io ero già a tutta… Al limite dei crampi. Ma sapevo come gestirmi e vi dico che anche se mi avesser ripreso non l’avrei lasciato vincere. In fuga non aveva tirato un metro per ragioni di tattica (compagno di Landa, ndr). Non poteva vincere.”

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Il ritiro di Almeida ha lasciato un vuoto: “È stato un colpo impressionante, perché eravamo venuti per vincere il Giro con lui, non lo nascondiamo. Mi è dispiaciuto molto, abbiamo un ottimo rapporto”. Il rammarico però non è totale: “Siamo giovani, abbiamo altri giri davanti”.

Nonostante la grandissima vittoria, Covi ha affermato: “Non sono uno scalatore. Me ne sono accorto una volta in più in questo Giro quando dovevo aiutare Almeida, perché mi staccavo già da 30-40 corridori”. Il classe 1998 ha però anche aggiunto: “Io vado forte sugli strappi secchi. Forse sono un uomo da classiche, anche se non le ho ancora fatte. Sono contento di essere in una squadra come la Uae – Emirates, perché credono molto in me”.

Foto: LaPresse

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