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Roland Garros 2022: Rafael Nadal può diventare il vincitore più ‘anziano’, Casper Ruud per andare sulle orme di Del Potro
Da una parte Rafael Nadal, 36 anni, 21 Slam di cui 13 conquistati a Parigi, in più occasioni numero 1 del mondo, il chiaro favorito per ovvie ragioni. Dall’altra Casper Ruud, 23 anni, prima finale in uno dei quattro tornei maggiori, sempre più vicino a diventare membro dei Primi Cinque, primo norvegese ad arrivare tanto in là in un qualsiasi Slam.
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Spagna, Norvegia. Una è la terra d’elezione del tennis sul rosso, che oltre a Nadal ha generato altri sei campioni di questo torneo (Manolo Santana, Andres Gimeno, Sergi Bruguera, Carlos Moya, Albert Costa e Juan Carlos Ferrero), l’altra sta vedendo questi alti livelli per la prima volta. Un piccolo assaggio l’aveva avuto col padre di Casper, Christian, ma si parla di due livelli nemmeno paragonabili. Questa storia si incrocia senza mai aver avuto un prologo prima. Traduzione: zero precedenti tra i due finalisti, un fatto rarissimo. Negli Slam non succedeva dal 2008 (Djokovic-Tsonga, Australian Open), a Parigi dal 1997 (Kuerten-Bruguera).
Sono molti i primati che potrebbe raggiungere Nadal vincendo la finale: oltre a raggiungere 22 Slam vinti, diventerebbe il terzo vincitore più anziano dietro Ken Rosewall (Australian Open 1972, 37 anni e 2 mesi) e Roger Federer (Australian Open 2018, 36 anni e 6 mesi). Il record del Roland Garros appartiene ancora ai 34 anni e 10 mesi di Andres Gimeno del 1972. Il mancino di Manacor, inoltre, vuole diventare il terzo uomo a battere quattro top ten sulla strada verso il titolo: ci riuscirono Mats Wilander a Parigi nel 1982 e Federer a Melbourne nel 2017.
Dall’altra parte, Ruud può fare ciò che fece proprio il maiorchino nel 2005: vincere alla prima apparizione nei quarti, in semifinale e in finale, cosa che negli Slam non succede da allora. Il norvegese è anche l’uomo che più di tutti ha fatto sul rosso dal 2020 in avanti: 66 match vinti, 9 finali e 7 tornei portati a casa, cifre non raggiunte da alcun altro tennista nel periodo considerato. Potrebbe diventare il più giovane campione Slam dai tempi di Juan Martin Del Potro, che aveva vent’anni quando vinse gli US Open 2009 su Federer.
Non ci dovrebbe essere alcun sostanziale vantaggio dell’uno o dell’altro in termini di tempo speso in campo, almeno a leggere le 18 ore e 8 minuti di Nadal contro le 18 ore e 2 minuti di Ruud. In realtà, il dato va interpretato in un’altra maniera: l’iberico ha impiegato poco più di due ore per i primi tre avversari, 4 ore e 21 per il canadese Felix Auger-Aliassime, 4 ore e 12 per Novak Djokovic e 3 ore e 13 prima del ritiro di Alexander Zverev, senza il quale la sfida con il tedesco sarebbe diventata mostruosamente lunga. Diversamente, Ruud si è spesso aggirato sulle tre ore senza mai andare eccessivamente oltre, tolto il primo turno con Jo-Wilfried Tsonga (e anche qui c’è un infortunio di mezzo: il francese avrebbe potuto forzare il quinto set e, invece, quando toccava a lui servire sul 6-5 del quarto la spalla gli ha chiesto per l’ultima volta il conto). L’allievo della Rafa Nadal Academy tenta di superare il maestro: al Court Philippe Chatrier la risposta.
Foto: LaPresse