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F1, tutti i problemi di affidabilità accusati dalla Ferrari nel 2022

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La Ferrari lascia Baku con il morale letteralmente sotto i tacchi. L’ottavo appuntamento del Mondiale di Formula Uno 2022 ha visto un doppio pesantissimo ritiro per le vetture con il Cavallino Rampante sulla fiancata, che hanno nuovamente lasciato strada libera alle Red Bull, capaci di piazzare una importante doppietta che, da un lato, fa volare Max Verstappen nella classifica piloti, dall’altra spedisce la scuderia di Milton Keynes addirittura a +80 nei confronti della Ferrari nella graduatoria costruttori.

Una situazione che, fino a poche settimane fa, sembrava davvero lontanissima. Al termine del Gran Premio di Australia, dopotutto, Charles Leclerc aveva centrato il secondo successo in tre gare, portando il suo margine a +46 nei confronti del campione del mondo in carica. Dopo sole 5 uscite, la situazione vede “Super Max” troneggiare in classifica con 34 lunghezze di vantaggio, in poche parole un saldo di +80 a favore del nativo di Hasselt che si spiega con un notevole miglioramento della sua RB18, errori assortiti da parte della Ferrari e, non ultimo, un crollo della F1-75 a livello di affidabilità.

Dopo test pre-stagionali, vissuti senza il minimo balbettio, anche la primissima parte del campionato aveva visto le Rosse procedere senza intoppi. L’unico problema che si era registrato era di natura elettrica per Carlos Sainz in quel di Jeddah, ma aveva subito portato alla sostituzione dell’unità motore in vista della terza gara per lo spagnolo. Un anticipo sulla tabella di marcia (dopotutto Max Verstappen la Power Unit numero 2 l’ha proposta a Baku) reso effettivo a Miami che aveva fatto scattare il primo campanello d’allarme. Tutto è peggiorato, tuttavia, con l’avvento proprio del secondo propulsore. 

Charles Leclerc, come ben ricordiamo, è stato appiedato dalla sua Power Unit mentre veleggiava incontrastato nel corso del Gran Premio di Spagna, con un motore nuovo di zecca. Discorso identico a quanto visto ieri in Azerbaijan, con il monegasco saldamente primo e nuovamente tradito dalla sua vettura. Per Carlos Sainz, invece, la domenica azera ha visto un ko al sistema “break by wire” che lo ha estromesso dalla corsa dopo soli 9 giri.

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In poche parole una situazione allarmante, proprio quando la scuderia emiliana voleva cambiare marcia. L’avvento della seconda Power Unit, che doveva rispondere a livello di potenza alla Red Bull, ha pagato un costo pesantissimo a livello di risultati. Come se non bastasse a Baku sono arrivati anche i ritiri di Guanyu Zhou con l’Alfa Romeo e Kevin Magnussen con la Haas. I motorizzati Ferrari salutano il Mar Caspio con le ossa letteralmente rotte, o per meglio dire, i motori. Urge un cambio immediato in quel di Maranello, per non dover lasciare in largo anticipo via libera a Max Verstappen e alla Red Bull nelle due classifiche iridate. Il fatto che, dopo sole 8 gare, i due piloti ferraristi siano già quasi al limite della dotazione dei rispettivi motori prima di incappare nelle penalità, è quanto mai preoccupante.

Foto: LPS Xavi Bonilla DPPI

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