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F1, Ferrari deve decidere se “varcare il Rubicone”. Per Leclerc quarto turbo e penalità? Intanto cambia la centralina

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La Ferrari è riuscita a salvare la turbina utilizzata da Charles Leclerc a Baku, montandola sulla F1-75 numero 16 nella giornata di venerdì. Come sappiamo, il monegasco è già arrivato alla soglia massima di diverse componenti, poiché sta utilizzando il terzo motore a combustione interna, la terza parte ibrida e la seconda centralina elettronica. In questi casi siamo entro i limiti concessi nell’arco della stagione, ma se si dovesse smontare il turbo e metterne uno nuovo, allora cambierebbe tutto. Di sicuro verrà cambiat la centralina e il monegasco dovrà scontare una penalità di dieci posizioni sulla griglia di partenza.

Affrontare le prove libere è un conto, si possono accumulare chilometri e raccogliere dati senza badare alla prestazione pura, ma qualificazioni e gara sono un altro paio di maniche. Dunque il Cavallino Rampante potrebbe anche aver deciso di scendere in pista con una turbina già usata e riusata nella giornata di venerdì, allo scopo di risparmiare chilometri a quella fiammante, destinata a entrare in scena a partire da sabato.

Se così dovesse essere, allora verrebbe superato il confine determinato dal regolamento. La conseguenza sarebbe quella di vedere Leclerc affardellato dalla penalità di dover partire 10 posizioni più indietro rispetto a quella ottenuta in qualifica. È evidente come Ferrari si trovi di fronte a una scelta cruciale. Avendo parlato di limiti e confini, si può proprio affermare che in vista di sabato e domenica si dovrà decidere se “varcare il Rubicone”.

F1, Charles Leclerc cambia la centralina sulla Ferrari: 10 posizioni di penalità sulla griglia di partenza

Alla fine dei conti, tutto si riduce a due filosofie opposte. La prima è quella di continuare così, proseguendo anche per il resto del weekend con una turbina “veterana”. Il vantaggio sarebbe quello di giocarsi le proprie carte senza penalità ulteriori rispetto alle dieci posizioni dovute al cambio di centralina, ma il rischio è quello di vedere l’elemento cedere perché utilizzato oltre qualsiasi soglia di “garanzia”. In alternativa, si potrebbe pensare di tirare metaforicamente i remi in barca, usando una mappatura più conservativa, allo scopo di non sforzare esageratamente un pezzo agonisticamente anziano. Tale mossa avrebbe, però, un’ovvia ripercussione negativa sulle performance.

La seconda scuola di pensiero invece è quella di cambiare turbo, accettare la penalizzazione di altre 10 posizioni in griglia, rimboccarsi le maniche e andare all’attacco domenica, seppur partendo da centro gruppo. In questo caso il “pro” sarebbe quello di giocarsi le proprie carte senza alcuna remora, ma il contro, banalmente, quello di trovarsi intruppati nel midfield durante le fasi iniziali del GP. Si dovrebbe quindi sperare nell’aiuto da parte della buona sorte, che potrebbe presentarsi in forma di safety car al momento giusto.

Insomma, bisogna decidere se giocare in difesa, cercando magari “l’uovo oggi” per evitare di restare nuovamente a digiuno, come accaduto a Barcellona e Baku, oppure essere spregiudicati puntando alla “gallina domani”, allo scopo di gustarsi una pietanza più sostanziosa e prelibata, rischiando però di saltare il pasto se il volatile si facesse negare. Quale filosofia seguirà Maranello? Di sicuro c’è che la scelta non è facile. Al pilota e a chi dirige il team l’onere di prenderla.

Foto: La Presse

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