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Nuoto, Europei o Mondiali: quando vedremo la ‘vera’ Italia? Difficile attendersi due picchi di forma così ravvicinati

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Il calendario pazzo del nuoto mette sempre più spesso di fronte gli atleti di alto livello a dilemmi di difficile soluzione: gareggiare tanto, limitarsi, scegliere uno o più obiettivi stagionali? La rivoluzione dei calendari susseguente alla pandemia ma anche alla disputa della ISL che tanto preoccupa (o preoccupava) la Federazione Mondiale, crea più di un problema a chi vuole partecipare a più di una manifestazione internazionale a stagione con ambizioni.

A gennaio la rinuncia di Fukuoka ad organizzare la rassegna iridata di nuoto ha innescato una serie di meccanismi che hanno portato a inserire tre rassegne iridate in tre anni successivi, a partire dall’edizione di Budapest in programma da oggi fino al 3 luglio. Con gli Europei già programmati a Roma dall’11 al 17 agosto e i Giochi del Commonwealth già programmati a fine luglio, appare davvero difficile per atleti e tecnici programmare una stagione in cui raggiungere due picchi di forma non è semplice.

La maggior parte degli atleti azzurri ha fatto una scelta chiara, puntando tutto, o quasi, sugli Europei di Roma. Chi non era al meglio della condizione ad aprile a Riccione, vuoi per problemi fisici, vuoi per il periodo di stacco dopo un 2021 ancora più zeppo di appuntamenti rispetto a quest’anno, ha puntato decisamente sulla seconda parte dell’estate e cercherà di farsi trovare pronto dal Sette Colli (dove si formerà definitivamente la Nazionale per l’appuntamento continentale di Roma) in poi.

C’è un  manipolo di atleti, che si possono definire di punta, però, che ha preparato specificatamente i Mondiali di Budapest, sia per ambizione personale, sia perché le numerose assenze nella manifestazione iridata ungherese aprono porte inimmaginabili fino a qualche mese fa verso risultati di altissimo livello. La domanda fatidica è se questi atleti, che di fatto sono l’elite del movimento italiano, escluso qualche nome, saranno in grado di essere protagonisti anche a Roma dopo Budapest o, viceversa, andranno a Budapest senza troppe velleità perché l’appuntamento clou di questa stagione per gli italiani è dichiaratamente l’Europeo in casa.

Il rischio di aver fatto un po’ di confusione in sede di preparazione c’è, inutile girarci attorno, anche perché si sta esplorando una strada nuova, soprattutto per l’Europa ma è bene fidarsi dei preparatissimi tecnici di casa nostra, vero e proprio motore del movimento italiano così in auge nelle ultime stagioni. Lo studio è stato fatto proprio sulle esperienze di statunitensi e australiani che piazzano i Trials olimpici a poco più di un mese dalla grande manifestazione internazionale e si fanno trovare pronti sia nella prima (che per questi due movimenti ha una portata enorme), sia nella seconda occasione che è quella a cinque cerchi che può cambiare la vita.

Partendo da questa esperienza si è lavorato per arrivare al meglio ad entrambi gli appuntamenti, sapendo però che il rischio di qualche controprestazione, nella prima o nella seconda, potrebbe esserci. Ha fatto bene chi ha rinunciato o chi c’è e cercherà di dire la sua nel consesso mondiale? Inizieremo a scoprirlo fra una settimana con la consapevolezza che al nuoto italiano, oltre che vincere, piace anche rischiare ed esplorare con il pericolo di qualche flop dietro l’angolo che farebbe sicuramente parlare di ridimensionamento del movimento. Non è poco ed è pure questo un segnale di crescita e di voglia di crescere.

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