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F1, cosa è successo a Carlos Sainz con la Virtual Safety Car e perché ha perso tempo (due volte…) da Max Verstappen

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Sono state chiamate due Virtual Safety Car (VSC) nel corso del Gran Premio del Canada, entrambe per rimuovere vetture rimaste ferme nelle minute vie di fuga dell’autodromo Gilles Villeneuve di Montreal. Di riffa o di raffa, in ambedue i casi Carlos Sainz si è trovato a perdere tempo nei confronti di Max Verstappen! Le ragioni, però, sono totalmente opposte. Andiamo a vederle.

La direzione gara ha imposto la prima VSC nel momento del ritiro di Sergio Perez. Eravamo ancora nelle fasi iniziali del GP e Red Bull ha preso la decisione di richiamare l’olandese per approfittare della neutralizzazione e montare gomme dure. Ferrari invece non si è mossa, lasciando in pista l’iberico. In questo modo il Campione del Mondo in carica ha risparmiato preziosi secondi nell’ottica di una sosta effettuata in regime di bandiera verde. Va però rimarcato come la scelta del Cavallino Rampante sia stata strategicamente corretta.

Non aveva alcun senso copiare Verstappen, perché non solo si sarebbe rimasti alle sue spalle, ma si sarebbe persino rischiato di perdere ulteriori posizioni. Alonso avrebbe sicuramente ripassato Sainz, così come verosimilmente le due Mercedes (che si è potuta permettere di diversificare la propria tattica, fermando il solo Hamilton, ma facendo proseguire Russell).

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La seconda VSC invece è stata indetta una dozzina di giri dopo (eravamo nella ventesima tornata), stavolta per recuperare la Haas di Mick Schumacher. Qui il muretto della Scuderia di Maranello ha richiamato il madrileno, che però si trovava lontano dai box. Contemporaneamente, gli addetti alla pista hanno rimosso con grande velocità la monoposto rimasta ferma. La Virtual Safety Car è quindi durata meno del previsto e la corsa è ripartita con Sainz che aveva appena imboccato la pit-lane! Sostanzialmente, la sua è stata una sosta quasi normale, senza alcun beneficio apprezzabile regalato dalla VSC!

Anche qui, però, non si può fare una colpa a Ferrari. Era giusto sfruttare la neutralizzazione per contenere i danni, ma semplicemente Sainz si è trovato nel posto sbagliato e l’efficienza dei Marshall ha fatto il resto. Insomma, la Virtual Safety Car ha detto male due volte su due a Carlos e alle Rosse, ma non sono stati commessi errori e, alla fine,non sarebbe cambiato nulla.

Foto: La Presse

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